Raccolta di IL BECCO ALL'OCA


E ADESSO, ANCHE IL CROCIFISSO ?

 

In questo nostro tempo segnato dall’incertezza e dall’inquietudine, tutto e il contrario di tutto prendono voce e forma sotto i nostri occhi, ancora sconvolti dalle immagini dell’11 settembre, giungendo purtroppo anche alla materializzazione delle aberrazioni più spregevoli. Avviene così che il liquame esca dalle fogne, si alzi su due gambe e appaia in televisione, alla RAI, in una rubrica di grande ascolto, lanciando insulti irriferibili contro la figura del Cristo crocifisso, al punto di suscitare reazioni sdegnate da parte di persone che si professano atee.

Ma c’è di peggio: in quest’epoca di comunicazioni di massa sviluppate all’ennesima potenza, avviene addirittura che questo liquame trovi chi lo ascolta e, su tali basi, tenti di rispolverare la vecchia polemica sull’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici e nelle scuole.

Nel dare atto alla comunità musulmana di Roma di avere scacciato duramente il liquame dalle porte della moschea, dove tentava di vendere libri che nulla hanno a che vedere con nessun credo, vorremmo non proseguire oltre: già troppo tempo è stato sprecato su un  argomento così infetto.

Il liquame non si discute: va solo rigettato nella fogna da cui proviene. E’ di un genere che non è nemmeno buono per concimare i campi.

 

 

 

CIO’ CHE I TALEBANI NON SAPEVANO

 

Si calcola che 2750 preziose opere d’arte antica conservate nel museo nazionale di Kabul siano state distrutte dai talebani perché ritenute sacrileghe, come le grandi statue di Budda ridotte in polvere a furia di esplosivi e cannonate.

Evidentemente i talebani non sapevano che, per “voce di popolo”, distruggere statue sacre porta una sfiga, ma una sfiga

 

I fatti lo hanno dimostrato !

 

Il Raccontiere