In questa campagna elettorale, che appare senza fine, i candidati dei partiti e delle coalizioni in lizza si scontrano senza esclusione di colpi, sulla base di promesse, senza tenere conto dei costi e delle risorse che saranno necessarie per mantenerle.
Il manifesto "Per il bene dell'Italia" diffuso da "L'Unione" all'estero ne è l'esempio più evidente.
Gli impegni assunti verso gli elettori, in gran parte derivati da iniziative che i parlamentari della sinistra hanno illustrato alle Assemblee del CGIE durante le loro passerelle propagandistiche mentre erano all'opposizione, sono onerosi e forse contengono una buona dose di irresponsabile leggerezza. "Introdurre un assegno… - Recuperare i tagli… - Aumentare i capitoli…. - Investire nell'informazione… - Potenziare…. - Realizzare….." - un vero libro dei sogni, senza una indicazione delle risorse che si intendono impegnare, dei tempi in cui le iniziative annunciate debbono essere completate.
Il professor Prodi ha più volte ribadito in questi ultimi giorni che non intende aumentare di una "lira" le tasse: nel malaugurato caso per l'Italia che l'Unione vinca le elezioni le risorse disponibili quindi non aumenteranno in assoluto, anzi diminuiranno poiché con l'aumento dei tassi di interesse deciso recentemente dalla Banca Centrale europea l'esborso dello Stato per pagare gli interessi relativi all'enorme debito pubblico aumenterà.
Gli elettori all'estero quindi, prima di tracciare le loro indicazioni di voto, dovranno riflettere attentamente sulla circostanza che ogni promessa di una maggiore disponibilità di risorse è molto probabilmente fatta in malafede, al solo scopo di procacciare voti e vendere illusioni.
Gli Italiani all'estero sono completamente assenti come oggetto di dibattito nella campagna elettorale che si svolge in Italia: l'attesissimo scontro televisivo al vertice fra Berlusconi e Prodi non ha dedicato ai circa quattro milioni di connazionali all'estero neanche un pensiero.
Se essi non presentano interesse adesso, in campagna elettorale, quando le blandizie sono merce in svendita, si può ben immaginare quale attenzione sarà dedicata da entrambi gli schieramenti alle comunità della diaspora al termine dello scontro e dopo la risposta delle urne.
Ebbene per contrastare una deriva così avvilente, per sottrarsi a cinque anni di annunciato disinteresse nel corso della prossima legislatura, è necessario proporre con forza la propria presenza nel Parlamento nazionale, partecipare massicciamente alle operazioni di voto per dare sostanza alla Rappresentanza dei Parlamentari eletti all'estero.
Ma non è ancora sufficiente: il sistema elettorale adottato in Madrepatria ha sottratto ai cittadini la facoltà di scegliere i propri Rappresentanti per consegnarla alle segreterie dei partiti.
La prossima legislatura erediterà un Parlamento di yesmen, ossequienti più che nel passato al volere dei potenti per non correre il rischio di perdere prebende e privilegi.
I connazionali all'estero sono gli unici Italiani ad avere ancora la prerogativa di scegliere nominativamente il proprio rappresentante: non sprechino questa dote.
Ricordino un esempio: l'On. Tremaglia si è battuto come un leone contro il sistema dei partiti per la concessione del voto in loco agli Italiani all'estero fino a quando la sua determinazione non ha costretto alla resa anche i più riottosi.
Nella lista che all'On. Tremaglia fa riferimento gli elettori potranno trovare candidati, e fra questi propongo il mio nome, che hanno vissuto per l'emigrazione e non di emigrazione, liberi da vincoli con le segreterie dei partiti, capaci di spendersi per coinvolgere, convincere, sfidare, provocare, senza timore di urtare sensibilità e solleticare suscettibilità, poiché avranno un solo referente cui dare risposte: i connazionali all'estero.
Gli elettori non si facciano irretire dalle sirene dei partiti, appagate da una comoda sistemazione in nicchie garantite e da un rientro trionfale in Patria, scelgano chi ha ancora voglia di lottare senza timori reverenziali poiché le buone cause, come sono le molte aspettative dei connazionali all'estero, non potranno che guadagnare estimatori.
E' già successo con l'On. Tremaglia: può succedere ancora.
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