Africa ed Asia, due continenti che continuano ad essere dimenticati dai partiti che fanno riferimento alla sinistra.
La loro miope visione dell'italiano all'estero è ancora legata, anche se viene negato, ai nostri connazionali partiti con la valigia di cartone oppure ai grandi numeri delle comunità europee e sud-americane.
E' una immagine conservatrice che si avvicina ad una prospettiva neo-coloniale e mercantilistica, in cui quello che conta è il profitto, in questo caso in termini elettorali, che se ne può ricavare e non la soddisfazione delle aspettative e delle esigenze, non la considerazione in termini umani che deve essere dedicata a ciascuna collettività, al suo sviluppo, alle sue prospettive.
Non a caso i partiti che fanno riferimento a quello schieramento della vita politica nazionale hanno candidato un considerevole numero di funzionari legati ad organizzazioni sindacali e patronati, degnissime persone, quasi sempre inseriti in società civili di Nazioni ad elevato sviluppo, la cui visione è però lontanissima dalle prospettive e dai problemi di quelle collettività che affrontano ogni mattina le incognite relative alla loro sicurezza, i rischi legati all'espansione delle imprese che dirigono o in cui lavorano, le difficoltà di legislazioni e burocrazie create più per frapporre difficoltà e facilitare pressioni che per agevolare lo sviluppo.
Appare ovvio riferire alla visione conservatrice e mercantilistica della sinistra la durissima opposizione che i suoi rappresentanti nell'ambito del CGIE hanno condotto al momento delle discussioni relative all'approvazione dei Comitati Intercomites.
Lo stesso candidato dell'Unione per la circoscrizione Africa/Asia/Oceania/Antartide alla Camera dei deputati, Fedi, , che risiede in Australia, fu fra i più duri oppositori della proposta.
Essa nasceva dalla esigenza di uno scambio di punti di vista fra Comites di Paesi diversi, per prendere in esame realtà comuni cui sarebbero dovute seguire soluzioni e dinamiche distinte, ma coordinate, per ascoltare e scambiare consigli e mettere in atto accorgimenti già sperimentati con successo per sfuggire alle strettoie di una burocrazia soffocante o adottare misure di sicurezza più efficaci per la salvaguardia della comunità.
In effetti in Australia non sorgono problemi relativi alle proprietà immobiliari, all'esercizio di imprese, al loro sequestro od alla alienazione sostenuta dal solo arbitrio, ai permessi di soggiorno concessi o tolti senza alcun rispetto delle norme, al sequestro dei passaporti da parte delle autorità di polizia al momento dell'ingresso nel Paese, all'attenzione con cui si guarda al vicino in autobus o al bar.
Ho sostenuto e difeso strenuamente l'idea di un Comitato Intercomites fra Paesi diversi, senza riuscire a far passare l'esigenza per la dura opposizione della maggioranza di sinistra nel CGIE, che ne ha limitato l'applicazione ai soli Comites costituiti all'interno di uno stesso Paese: come dire che i problemi di Lione sono sostanzialmente diversi da quelli di Parigi o Nizza.
Lascia perplessi questa incapacità di saper osservare con una visione più ampia e matura la vasta gamma delle preoccupazioni che attraversano le diverse e sparse comunità nazionali in Asia ed Africa e soprattutto suscita forti dubbi l'attitudine e soprattutto la volontà di comprenderli e rappresentarli.
Guardo con attenzione al futuro ed alle prospettive di espansione nell'area africana ed asiatica, dove una nuova emigrazione, diversa dal passato, è pronta a proporsi in aree ad elevato tasso di sviluppo, senza perdere di vista il consolidamento dei risultati già conseguiti in Oceania ove l'integrazione dei connazionali va accompagnata dalla possibilità e dalle risorse necessarie a mantenere i legami culturali ed affettivi con il Paese di origine, senza dimenticare la parte meno fortunata della comunità nazionale, utilizzando senza populismo assistenza dello Stato e solidarietà.
A tutti deve essere offerta ogni opportunità perché sia mantenuto un forte e durevole legame con l'Italia.
A tutti, anche alle comunità meno numerose o a quelle che la sinistra tende a dimenticare o associare a politiche repressive: penso in particolare alla comunità italiana presente in Israele, cui mi sento legato non solo da umana simpatia, ma anche da profonda solidarietà, per aver sperimentato personalmente le difficoltà di una vita blindata, nella strada, al bar, sull'autobus, nei cinema.
Revisione della legge sul CGIE, affinché sia possibile una maggiore interazione fra comunità che vivono realtà simili, attenzione accesa sulle diverse componenti della emigrazione nella Circoscrizione, senza populismi, affinché l'Italia sia presente all'interno delle collettività ed esse siano presenti in Italia.
Un altro obiettivo concreto, modesto ma utile, che mi riprometto di perseguire, una dichiarazione di intenti con una visione ampia delle prospettive e dei problemi che mi sento di poter presentare con la sincerità e la determinazione che ha finora accompagnato il mio impegno a favore degli italiani presenti in Nord-Africa: mi propongo con umiltà alla fiducia degli elettori, pronto però a sostenere con tutta la fermezza, l'energia, la spregiudicatezza necessarie le aspettative ormai decennali delle comunità italiane all'estero.
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