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Articolo di Ferruccio Falaschi - Presidente dell'A.I.E. (Associazione degli Italiani all'estero) |
Non dimenticare l'Africa, un'esigenza |
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Da molto tempo ormai le cronache quotidiane riportano eventi e commenti relativi a varie zone del mondo, dove violenza e odio, suscitate per lo più da fanatismo religioso, seminano morte e distruzione. In tutte queste vicende un Continente sembra dimenticato: l'Africa, ed in particolare quel lembo di esso che si affaccia sul Mediterraneo. Non ha suscitato interesse neppure quella parte della relazione del Ministro degli Esteri, On. Gianfranco Fini, presentata alla Conferenza programmatica di Alleanza Nazionale, in cui viene richiamata con forza la centralità del Mediterraneo quale costante della politica estera italiana. E' una battaglia che la diplomazia italiana ha dovuto sostenere in ogni assise internazionale nell'ambito delle proprie alleanze che troppo spesso spostavano il baricentro della loro attenzione su temi ed assi politici nord-europei, senza riuscire a comprendere che il nucleo e l'origine delle crisi trovavano spesso forza e sviluppo nel bacino mediterraneo. Nell'ambito della politica mediterranea una collocazione particolare va riservata al Nord Africa, dove vivono e sviluppano una intensa azione di penetrazione agguerrite, anche se non numerose, comunità italiane. Esse hanno saputo guadagnare rispetto e soprattutto una posizione di rilevanza economica con una cooperazione aperta e sensibile alle aspettative della controparte, attenta ai bisogni di una popolazione, il cui forte sentimento di appartenenza religiosa è temperato dalla sensibilità laica dello Stato, portata alla esasperazione da corruzione e ritardi strutturali che soltanto la solidarietà umana, culturale, medica, scolastica riesce talvolta a moderare. L'Associazione degli Italiani all'estero (A.I.E.) condivide pienamente la posizione espressa dal Ministro degli Esteri, specificatamente laddove essa richiama la centralità dell'Italia nella politica mediterranea ed implicitamente l'importanza strategica del Nord Africa, del resto in perfetta sintonia con quanto più volte espresso dall'On.le prima, Ministro poi per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia. Non manca di sottolineare al riguardo che in questo particolare periodo in cui da più parti non si fa che richiamare l'importanza della differenziazione delle sorgenti energetiche non deve essere dimenticato il contributo dato da Paesi come Libia ed Algeria, con i contratti regolarmente onorati di forniture di gas e petrolio. Né va dimenticato che i governi nord africani, pur con gravi difficoltà operative ed anche di politica interna, si sono dimostrati sensibili e cooperativi nella ricerca di soluzioni per il controllo della immigrazione clandestina. L'A.I.E. ha sostenuto a più riprese e con forza che le comunità italiane presenti in Africa a macchia di leopardo hanno acquisito rilevanza non solo economica ma anche sociale e culturale laddove esse si sono insediate e che i loro problemi sono atipici e specifici per ogni collettività. Proprio per queste ragioni l'Associazione rivendica l'opportunità, anzi l'esigenza, che gli italiani residenti nel Continente africano siano rappresentati da una propria componente unitaria in seno al Parlamento nazionale, affinché siano adeguatamente valorizzate le esperienze umane e professionali maturate in ambienti e strutture anomale e proprie di Paesi in via di sviluppo. |