Le buone iniziative, quelle che affrontano e propongono soluzioni concrete ai problemi degli italiani all’estero, trovano, prima o poi, un ascoltatore.
Sarebbe certamente stato meglio prima, molto prima, ma un sasso è stato finalmente gettato nello stagno dell’immobilismo legislativo.
Qualche giorno fa la Regione Veneto ha approvato un provvedimento che consentirà ai cittadini veneti residenti all’estero di poter trascorrere, finalmente, periodi di vacanze serene sotto il profilo dell’assistenza sanitaria, poiché essa sarà erogata per tutto il periodo che trascorreranno nella loro regione di origine.
E’ stato infranto, per la prima volta, il tabù indicato dalla normativa nazionale vigente che limitava a 90 giorni nell’anno solare l’assistenza sanitaria concessa ai cittadini italiani residenti all’estero.
Il Presidente Ciampi aveva indicato il diritto alla salute come un diritto primario, ma era rimasta finora una voce inascoltata.
Anche il CGIE, che pure avrebbe dovuto avere a cuore più di altri i problemi legati alla permanenza in Madrepatria degli italiani all’estero, spesso anziani e bisognosi di cure, aveva fatto mancare il suo sostegno, nella scorsa sessione di dicembre, a questa sacrosanta battaglia.
La maggioranza del Consiglio, notoriamente di sinistra, aveva infatti, in quella circostanza, impedito l’approvazione dell’ordine del giorno Santellocco facendo mancare il quorum necessario alla validità di una votazione ormai favorevole.
Solo nella successiva riunione di marzo l’Assemblea plenaria, rammentando, forse, che le buone proposte non hanno colorazione politica, ma rappresentano soltanto soluzione a problemi concreti, in un sussulto di saggezza, ha approvato l’ordine del giorno “opportunamente ripresentato dal Consigliere Santellocco”.
Non meraviglia d’altra parte che la maggioranza (di sinistra) che si opponeva alla proposta fosse guidata dal Consigliere Bucchino di cui tutti certamente ricordano la recente presa di posizione a proposito della elezione del Presidente del Comites di Toronto, laddove ha sostenuto che per tale incarico non è sufficiente essere un’ottima persona, manifestare con fatti concreti lo spirito di servizio, mettere in luce serietà, dedizione, ma che servono “programmi e pensieri condivisi”.
Le buone soluzioni, in definitiva, non sono tali se non soggiacciono ai dettami dell’ideologia.
Ci auguriamo che l’assistenza sanitaria, una delle storiche battaglie della sinistra del passato, sia ancora nel cuore della sinistra attuale, anche per quanto concerne gli italiani all’estero.
Per ora il problema è stato affrontato e favorevolmente risolto da una delle due Regioni in cui il Centro destra è rimasto al governo.
L’augurio che facciamo ai connazionali all’estero è che le Regioni rette da un governo della sinistra sappiano fare, finalmente, anche loro qualcosa di sinistra.
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