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Articolo di Franco Santellocco 

CGIE: un anno senza Assemblea plenaria?  

 

Il programma provvisorio delle riunioni previste nel 2005 per il CGIE lascia intravedere la possibilità che la seconda assemblea plenaria abbia luogo alla fine dell'anno, in caso di convocazione della Conferenza Stato-Regioni-P.A.-CGIE nel corso della prossima estate. 
Il 2005 ha una basilare importanza ai fini della preparazione delle prossime elezioni legislative nell'ambito delle comunità italiane all'estero: la maggioranza dei problemi proposti sono tuttora sul tappeto e non sembravano alla vigilia della soluzione nello scorso mese di dicembre. 
Aggiornamento delle anagrafi, coinvolgimento delle comunità, divulgazione della informazione, espressione di un voto libero e personale, formazione delle liste non paiono problemi di così poco conto da non immaginare che debbano essere previsti nel corso dell'anno azioni, provvedimenti, direttive, sensibilizzazione, proteste, organizzazione degli sforzi. Un insieme di interventi che, guarda caso, competono proprio al CGIE in virtù della legge istitutiva. 
Ebbene per un anno, se si realizzerà la ipotesi delle riunioni di lavoro sopraevocata, il massimo organo di rappresentanza delle comunità italiane all'estero non avrà la possibilità di verificare se le misure di preparazione ad un evento di portata storica, la prima partecipazione alle elezioni legislative per corrispondenza dei connazionali emigrati per la scelta di propri rappresentanti territoriali, saranno correttamente sviluppate, coinvolgendo consolati, organi di informazione, associazioni. 
Una decisione di questa rilevanza è stata sicuramente assunta dall'Amministrazione del MAE, di concerto con i vertici del Comitato di Presidenza. 
Il sospetto è che la maggioranza si prepari a gestire in totale autonomia, senza alcun controllo da parte dell'assemblea plenaria, l'avvio delle procedure di preparazione delle operazioni di voto, soprattutto nel delicatissimo settore della divulgazione della informazione e della verifica delle liste degli aventi diritto al voto. 
Poiché è logico prevedere che sorgeranno problemi, ne sono sorti per il rinnovo dei Comites, le decisioni saranno prese con procedura d'urgenza dal solo Comitato di Presidenza, a norma dell'articolo 4 della legge istitutiva. Essi saranno sottoposti alla valutazione dell'Assemblea plenaria nella prima riunione successiva e cioè a fine anno con una ratifica a quel punto puramente notarile, poiché non vi sarà più tempo per analisi e verifica delle decisioni prese. 
Con profondo rispetto delle regole democratiche.
L'Assemblea plenaria deve riappropriarsi del suo ruolo e non sacrificarlo ad una visione puramente burocratica della propria attività: sono in gioco quattro milioni di voti, 18 Rappresentanti parlamentari.
Solo una intensa e penetrante azione di informazione e coinvolgimento, un aggiornamento attento ed approfondito delle anagrafi consentirà un voto massiccio, convinto e partecipe.
Il CGIE, in relazione all'importanza della posta in gioco, dovrà essere cassa di risonanza di ogni disservizio, intralcio, difficoltà, cattiva interpretazione ed arena per la ricerca dei provvedimenti più idonei a trovare adeguate soluzioni per gli inconvenienti.
Nel prossimo mese di marzo l'Assemblea dovrà richiedere al Segretario Generale di rivedere il piano di lavoro assembleare nella parte relativa alle proprie riunioni, che proprio in questo delicato periodo non debbono perdere la loro periodicità semestrale.
Se poi il sospetto fosse fondato, (a dir male del prossimo si fa peccato, ma in genere si indovina - una frase attribuita ad Andreotti) i Consiglieri, anche quelli appartenenti alla maggioranza, dovrebbero essere capaci di un soprassalto di dignità per chiedere che la loro funzione non venga sminuita ad una pura attività notarile.
Il CGIE in questo momento non deve attenuare la capacità di rappresentanza. I connazionali che li hanno eletti non lo meritano.