News

N

e

w

s

Articolo di Franco Santellocco

Europa - Turchia: le possibilità di uno sbocco sul Medio-Oriente 


Ormai da tempo il Governo di Ankara chiede con insistenza l’ammissione della Turchia nell’Unione Europea.

L’Europa ha promesso di prendere una decisione al riguardo entro il 2005. Ormai ci siamo.

Dobbiamo sperare che questa Europa sempre più integrata sappia prendere la decisione giusta, perché la storia di questo secolo appena iniziato, segnato fin da subito dall’incubo del terrorismo e del fondamentalismo religioso, potrà dipendere in larga parte anche da quanto sarà deciso relativamente alla questione Turca.

E’ evidente l’importanza geopolitica della Turchia in questo delicato momento: vero e proprio ponte tra Cristianità ed Islam, tra Europa e Medio Oriente, questo Paese che ha saputo essere islamico senza perdere la sua laicità deve diventare il baluardo di un mondo musulmano moderato e tollerante che sembra offuscato dalle atrocità del terrorismo.

L’Europa dovrà avere un suo ruolo in tutto questo, dovrà accogliere all’interno dell’Unione questo nuovo Paese, senza paure e ritrosie, ritrovando quell’equilibrio perfetto tra laicità dello Stato e pluralismo religioso della società che l’aberrazione del fanatismo sta cercando di incrinare.

Sono già tanti i segnali di buona volontà lanciati da Ankara: la pena di morte è stata abolita, la riforma dello Stato in senso sempre più democratico è in pieno corso. Cos’altro deve fare il Governo turco per vincere la diffidenza dell’Europa ?

Non vorremmo che qualcuno pensasse alla Turchia come ad un pericolo, come ad un mezzo con cui l’Islam voglia aprire una breccia nell’Occidente. Simili opinioni sarebbero tanto semplicistiche quanto pericolose, frutto del ricordo di un Impero Ottomano tanto aggressivo quanto ormai tramontato.

La Turchia di oggi è cosa ben diversa. E’ uno Stato moderno che ha saputo raggiungere quell’equilibrio tra laicità dello Stato e religiosità che lo accomuna all’Europa, ed in cui svolge già a pieno titolo un importante ruolo in sede di Consiglio d’Europa e Nato.

Ogni diversa opinione si scontra con la realtà dei fatti, e delle vittime innocenti che i terroristi hanno colpito con gli attentati compiuti in Turchia, nel vano tentativo di destabilizzare uno Stato che forse è la loro più terribile minaccia. La minaccia di un Islam diverso, che esiste a pochi passi da loro.

Per questo la decisione europea sarà così importante.

Per questo stesso motivo incute francamente timore il fatto che diverse insigni personalità europee, pur ammettendo che il negoziato per l’adesione della Turchia all’Unione Europea dovrà avere inizio immediatamente se Ankara soddisfa i requisiti richiesti, ritengano normale e fisiologico che questo negoziato duri almeno una decina d’anni.

Un risultato di questo tipo potrebbe essere disastroso, con conseguenze gravissime sull’intera Europa. La minaccia è oggi, è concreta, è forte: non possiamo aspettare domani per porvi rimedio.

Domani potremmo essere un relitto del passato.

Bisogna accelerare il più possibile l’ingresso in Europa di questo nuovo Stato, per dare un segnale forte e deciso all’intero mondo islamico. Un segnale che tragga la sua forza dalla tolleranza e dalla capacità di aprirsi a culture diverse senza timore alcuno.

La Commissione Europea dovrà specificare, entro il 6 Ottobre, se la Turchia rispetta i criteri prescritti, che comprendono i diritti democratici fondamentali ed il rispetto delle minoranze, lo Stato di diritto ed il rispetto dei diritti dell’uomo.

Se Ankara dimostrerà di aver rispettato questi requisiti, ci auguriamo di cuore che il processo per il suo ingresso a pieno titolo nell’Unione Europea proceda nel modo più rapido possibile.

Speriamo davvero che l’Europa si dimostri all’altezza del momento, e che sappia affrontare la sfida che la Storia le lancia senza esitazione e, soprattutto, senza voltare le spalle.

In caso contrario, per citare il Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan nel suo recente discorso di apertura dell’Assemblea Generale, sarà la Storia a voltarci le spalle ed a proseguire nel suo corso nonostante tutto. E lo farà con un pedaggio salatissimo per quei popoli che non siano stati in grado di vedere, o peggio ancora che, pur vedendo, si siano rifiutati di raccogliere il guanto.