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Articolo di Franco Santellocco

Riproporre traguardi all'associazionismo

 

Nella prima riunione del rinnovato CGIE, nell'ultima settimana di luglio, é stata spesso sottolineata la marcata politicizzazione dell'assemblea e si é messa sotto accusa la elezione "bulgara" degli uffici direttivi delle varie commissioni, frutto esclusivo, si é detto, di accordi nell'ambito della componente maggioritaria.
E' invece passato praticamente sotto silenzio l'accorato, coraggioso, appassionato richiamo dell'Avvocato Azzia ai valori dell'associazionismo.
E' facile ora, nell'era dei diritti ormai conquistati, dimenticare che soltanto grazie alla dedizione, alla opera generosa delle associazioni nazionali e regionali é stato possibile, in un tempo non troppo lontano, aprire scuole ed ospedali, salvaguardare l'uso della lingua nelle comunità all'estero, preservare le tradizioni regionali ed adattarle alle diverse condizioni di vita dei paesi di accoglienza, mantenere un costante collegamento con i luoghi di origine.
Le associazioni avevano infatti nel loro codice di comportamento l'ambizioso obiettivo di difendere l'italicità degli emigrati, alimentando il loro interesse verso il Paese di origine, raccontandone le vicende politiche, i progressi economici, le calamità ed allo stesso tempo favorendo la graduale integrazione nei Paesi di accoglienza con la divulgazione di fatti e leggi locali, assumendo di fatto una capacità di rappresentazione verso le Autorità.
Ora esse sembrano avere perso smalto, forza di penetrazione, volontà di rappresentanza e soffrono le conseguenze di un lungo disinteresse politico e di una grave mancanza di risorse. 
I partiti e le organizzazioni a loro vicine sembrano porsi l'obiettivo di assorbire alcune delle prerogative delle associazioni, in particolare nell'azione di coinvolgimento dei connazionali. Ma ne sono capaci? Si dia una rapida occhiata alle recenti vicende elettorali delle comunità italiane all'estero: l'elezione dei Comites ha visto una partecipazione di circa il 30%, le più recenti elezioni per il Parlamento europeo poco più dell'11. 
Una sola parola appare adeguata a risultati di questa portata: fallimento. Ed é da questo fallimento che é non solo necessario, ma doveroso verso le comunità all'estero riprendere il cammino, ricercando strumenti adeguati, ripercorrendo le tracce lasciate dall'associazionismo.
I nostri connazionali sono stati trascurati, quando non dimenticati, per troppo tempo, le loro associazioni sono diventate strumento di potere locale o si sono sfilacciate. Ristabilire i contatti, informare, chiamare a raccolta, interessare, sarà senza dubbio una impresa improba. Occorrono risorse, capacità umana, volontà ed impegno, conoscenza, cultura, per riallacciare nel brevissimo spazio temporale che rimane le relazioni dimenticate, fornire informazioni utili e neutrali, risvegliare l'interesse, sollecitare la voglia di partecipare e di influire sulle scelte politiche del Paese di origine.
Le percentuali di partecipazione alle ultime elezioni indicano chiaramente l'inadeguatezza dei partiti a richiamare l'interesse della maggioranza dei connazionali. Ed in assenza di informazioni e di dibattito l'interesse si spegne e finisce per votare solo una minoranza. E forse é proprio quello che i partiti desiderano, in vista del risultato che intendono conseguire, vincere col minimo sforzo.
E qui si rivela in tutta la sua ampiezza la sostanziale differenza con le associazioni: esse infatti guardano agli italiani, a tutti gli italiani, non solo ad una modesta percentuale di elettori. E' quindi necessario trovare le risorse, risvegliare le energie che un tempo le sospingevano, le volontà che le animavano, favorendo l'azione di divulgazione dell'informazione anche cooperando con i partiti politici che lo richiedano, coinvolgendo istituzioni centrali e periferiche, Ministeri, Ambasciate, Consolati, Istituti di cultura, Camere di commercio, in un gigantesco sforzo teso a risvegliare interesse affinché le comunità all'estero possano esprimere la loro volontà politica eleggendo la Rappresentanza parlamentare con una partecipazione percentualmente compatibile con quella nazionale e non prossima al ridicolo.