Il rinnovo dei componenti eletti del CGIE è un fatto
ormai compiuto: appartengono al passato le discussioni e le polemiche che
hanno animato la vicenda elettorale.
Appare opportuno innanzi tutto rallegrarsi poiché, in generale, il
confronto si è svolto e sviluppato all’insegna di pacatezza e serenità;
una circostanza questa che è sicuramente indice di raggiunta maturità,
della capacità di affrontare con equilibrio la dialettica con gli
avversari, mostrando rispetto anche per le opinioni non condivise.
Gli eletti usciti da una competizione pacata sembrano meglio in grado di
affrontare i problemi con sensibilità ed attenzione, consapevole che ogni
diversità di opinione nasconde, in effetti, un arricchimento, di cui è
opportuno cercare di cogliere, senza pregiudizio, ogni possibile aspetto
positivo.
I risultati delle elezioni non hanno mancato di far rilevare che le liste
che si ispirano ad aree politiche prossime al centro sinistra hanno
marcato un progresso rispetto al passato. Il movimento e la varianza delle
opinioni è sostanza in democrazia: chi ha visto scemare il proprio
consenso dovrà procedere ad un esame serio degli errori eventualmente
commessi, individuare i motivi del mancato radicamento sul territorio e le
lacune nella comunicazione con l’elettorato, chiarire le ragioni per cui
non è stato apprezzato il proprio messaggio. Solo un esame serio,
convinto, approfondito ed onesto può mettere in moto le azioni necessarie
per indurre eventualmente l’elettore a mutare gli attuali orientamenti.
L’organizzazione elettorale sembra aver retto adeguatamente alle
sollecitazioni, anche se qualche voce critica si è levata qua e là; la
rete consolare è apparsa in grado, in generale, di reagire con sicurezza
allo sforzo che le era richiesto, limitando ad alcuni contesti localizzati
le pur giuste lamentele.
Merita ogni apprezzamento l’incidenza dell’associazionismo nel
successo delle elezioni: la vigile attenzione posta in essere dalle
associazioni ha evitato macroscopici errori, ha imposto un'attenta e
scrupolosa applicazione della legge a tutela del processo elettorale ed in
questo positivo il tempestivo sostegno della DGIEPM e della Segreteria
Centrale del CGIE.
Il nuovo CGIE che fra poco si insedierà ufficialmente è chiamato ad
affrontare problemi vecchi e nuovi, tra i quali è opportuno menzionare la
riforma della legge istitutiva e l’organizzazione della prossima
scadenza elettorale nella Circoscrizione Estero, al fine di rendere
massiccia la partecipazione al voto delle comunità all’estero.
In quest’ottica è auspicabile che l’esperienza acquisita e le
attitudini messe in luce nel recente passato da molti degli eletti
potranno essere adeguatamente valorizzate, tenendo nel debito conto,
nell’assegnazione degli incarichi, la capacità di rappresentanza e
l’incidenza delle macroaree nella scelta degli obiettivi e nella ricerca
di soluzioni adeguate.
La mancata conferma di taluni consiglieri la cui esperienza e capacità
avevano arricchito il CGIE scaduto può suscitare qualche rammarico: la
legge dell’alternanza democratica è talvolta crudele, ma, parafrasando
Churchill “non se ne conosce una migliore”. Non vi è dubbio però che
i nuovi eletti nel Consiglio sapranno apportare energia e vitalità a
sostegno di una rinnovata ricchezza e vivacità delle opinioni.
Un augurio conclude queste considerazioni: che il CGIE rinnovato sappia
individuare per ogni problema la sintesi concreta e pragmatica che porti a
soluzioni utili all’insieme delle comunità sparse nel mondo, che esso
sia attento e sensibile non solo alle esigenze ed alle aspettative delle
grandi comunità storiche, ma anche alle attese di quelle più modeste
numericamente, ma altrettanto importanti, anche in termini economici per
l’export di tecnologie e macchinari italiani, di nuova formazione in
Asia, Africa ed Europa dell’Est, che sappia considerare e studiare i
problemi nella loro globalità ed universalità.
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