Elezioni europee : ancora un momento di riflessione
sull’importanza della nuova Europa Unita nello scenario geopolitico
mondiale.
Meglio: di quanto dovrebbe essere importante. Perché questa Europa,
ancora tutta politicamente da costruire, somiglia troppo ad un confuso
minestrone di realtà ed interessi particolari dei Paesi che la
compongono, priva di una reale connotazione politica e di un
orientamento unitario in politica estera e di difesa. Ogni Paese che la
compone guarda ai propri interessi, richiamandosi alla propria storia,
per tentare di orientare il futuro dell’Europa in un senso piuttosto
che in un altro. La Germania guarda ad Est, come è giusto che sia vista
la sua collocazione geopolitica. La Francia tenta la via dell’asse con
i tedeschi, per costruire un nucleo forte in Europa centrale, ma senza
perdere di vista le sue ex-colonie in Africa. La nuova Spagna di
Zapatero ha scoperto che forse è meglio adeguarsi in maniera
clientelare alla politica dei vicini francesi.
In questo scenario: come si pone l’Italia? Una posizione veramente
innovativa stenta ad imporsi, con un accentuato filoamericanismo di
principio.
L’Italia in Europa perde centralità, marginalizzata dal forte asse
franco-tedesco. In questa situazione, l’Europa meridionale è
destinata a trovare come unico ruolo in Europa quello di meta turistica
dei potenti amici di Parigi e Berlino
Ma esiste un possibile, meno tragico scenario alternativo? La risposta
è sì.
E queste elezioni europee non possono non costituire per noi un’altra
occasione per ribadire in che modo l’Europa dovrebbe porsi nel mondo,
e in che modo l’Italia dovrebbe porsi in Europa.
Perché l’unico futuro possibile per un’Europa veramente forte ed
importante nello scenario mondiale, è quello che passa attraverso una
valorizzazione dei nostri rapporti con i Paesi che si affacciano sulla
sponda Sud del Mar Mediterraneo. Paesi che da sempre, uniti a noi da
questo mare comune su cui si è disegnata la nostra storia,
costituiscono uno sbocco naturale per il nostro commercio e concorrono
al nostro (ma anche loro…) sviluppo economico. E’ un legame forte
che non dobbiamo spezzare: dobbiamo invece consolidarlo attraverso una
promozione dei rapporti con le regioni del Maghreb.
Nel contesto un buon segnale viene da un esponente del nostro Governo,
Pasquale Viespoli, che dalle colonne di Area, inserisce tra le priorità
la necessità di individuare una sede per la banca del Mediterraneo ed
auspica di collocarla proprio in una grande città del Sud: è motivo di
conforto vedere che queste tematiche, finalmente, complice
l’appuntamento elettorale europeo, cominciano ad essere diffuse dalle
forze politiche in campo.
Per noi pochi che con testardaggine le portiamo avanti da anni, con
convinzione e fede, non resta che sperare si tratti di una ricezione
sincera, convinta e soprattutto fruttuosa. E non soltanto l’ennesimo,
sofistico esempio di sterile dialettica elettorale.
11 giugno 2004
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