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Articolo di Franco Santellocco 

Una nuova Europa, partendo dal Sud

 

 Elezioni europee : ancora un momento di riflessione sull’importanza della nuova Europa Unita nello scenario geopolitico mondiale.
Meglio: di quanto dovrebbe essere importante. Perché questa Europa, ancora tutta politicamente da costruire, somiglia troppo ad un confuso minestrone di realtà ed interessi particolari dei Paesi che la compongono, priva di una reale connotazione politica e di un orientamento unitario in politica estera e di difesa. Ogni Paese che la compone guarda ai propri interessi, richiamandosi alla propria storia, per tentare di orientare il futuro dell’Europa in un senso piuttosto che in un altro. La Germania guarda ad Est, come è giusto che sia vista la sua collocazione geopolitica. La Francia tenta la via dell’asse con i tedeschi, per costruire un nucleo forte in Europa centrale, ma senza perdere di vista le sue ex-colonie in Africa. La nuova Spagna di Zapatero ha scoperto che forse è meglio adeguarsi in maniera clientelare alla politica dei vicini francesi.
In questo scenario: come si pone l’Italia? Una posizione veramente innovativa stenta ad imporsi, con un accentuato filoamericanismo di principio.
L’Italia in Europa perde centralità, marginalizzata dal forte asse franco-tedesco. In questa situazione, l’Europa meridionale è destinata a trovare come unico ruolo in Europa quello di meta turistica dei potenti amici di Parigi e Berlino
Ma esiste un possibile, meno tragico scenario alternativo? La risposta è sì.
E queste elezioni europee non possono non costituire per noi un’altra occasione per ribadire in che modo l’Europa dovrebbe porsi nel mondo, e in che modo l’Italia dovrebbe porsi in Europa.
Perché l’unico futuro possibile per un’Europa veramente forte ed importante nello scenario mondiale, è quello che passa attraverso una valorizzazione dei nostri rapporti con i Paesi che si affacciano sulla sponda Sud del Mar Mediterraneo. Paesi che da sempre, uniti a noi da questo mare comune su cui si è disegnata la nostra storia, costituiscono uno sbocco naturale per il nostro commercio e concorrono al nostro (ma anche loro…) sviluppo economico. E’ un legame forte che non dobbiamo spezzare: dobbiamo invece consolidarlo attraverso una promozione dei rapporti con le regioni del Maghreb.
Nel contesto un buon segnale viene da un esponente del nostro Governo, Pasquale Viespoli, che dalle colonne di Area, inserisce tra le priorità la necessità di individuare una sede per la banca del Mediterraneo ed auspica di collocarla proprio in una grande città del Sud: è motivo di conforto vedere che queste tematiche, finalmente, complice l’appuntamento elettorale europeo, cominciano ad essere diffuse dalle forze politiche in campo.
Per noi pochi che con testardaggine le portiamo avanti da anni, con convinzione e fede, non resta che sperare si tratti di una ricezione sincera, convinta e soprattutto fruttuosa. E non soltanto l’ennesimo, sofistico esempio di sterile dialettica elettorale.

11 giugno 2004