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Rinvio elezioni Comites: licenziato per
l'Aula del Senato il decreto legge del Governo
AIE - Il decreto legge del Governo che rinvia le elezioni per il rinnovo
dei Comites al 31 dicembre è stato licenziato per l'Aula del Senato a pochi
giorni dal via libera della Camera. Ma potrebbe profilarsi un problema
all'orizzonte per la sua approvazione definitiva. Il condizionale è,
tuttavia, d'obbligo. Il "problema" potrebbe nascere dall'articolo aggiuntivo
proposto dal Governo e approvato dall'Assemblea della Camera, che consente
la prosecuzione dei rapporti di lavoro presso le rappresentanze diplomatiche
e consolari del personale assunto con contratto temporaneo per il
potenziamento degli uffici in Argentina e per la rilevazione dei cittadini
italiani residenti all'estero.
Mentre le Commissioni Affari Costituzionali ed Esteri, rispettivamente il 13
e il 15 maggio, hanno dato parere favorevole al ddl di conversione del
decreto legge, la Commissione Bilancio, il 14 maggio, pur dichiarandosi non
contraria al provvedimento nel suo complesso, ha espresso parere negativo
proprio sull'articolo 1-bis e ha, al riguardo, approvato la proposta del
Presidente Azzollini. Nella proposta approvata in Commissione si legge
testualmente: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato
il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di propria competenza,
parere non ostativo, salvo che sull'articolo 1-bis, sul quale il parere è
contrario al presupposto che nell'accantonamento relativo al Ministero degli
Affari Esteri dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo
speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle
finanze per l'anno 2003 sussistano, oltre alle risorse destinate alla
copertura degli oneri recati dal provvedimento stesso, ulteriori risorse
idonee ad assicurare la copertura delle spese derivanti dalla ratifica di
accordi internazionali".
Preso atto del parere della Commissione Bilancio, la Commissione Esteri ha
comunque deciso per il parere favorevole, dando mandato al relatore di
riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del ddl.
Sarà l'Aula a dire l'ultima parola. Se approverà il provvedimento nel suo
complesso, esso sarà legge dello Stato. Se così non sarà, dovrà tornare alla
Camera.
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