N e
w
s |
Montevideo, 8-10 maggio - I lavori della
Commissione Continentale per i Paesi dell'America Latina CGIE
Intervento dell'Esperto del Messico, Paolo Pagliai
AIE - Abbiamo ascoltato, nella giornata di ieri, con estremo interesse,
ma senza alcuna sorpresa, le difficoltà incontrate sul cammino
dell'intervento in Argentina, i problemi apparentemente insanabili delle
reti consolari e delle anagrafi, i rapporti difficili, spesso conflittuali,
tra ambasciate e collettività italiane. Abbiamo sentito, con altrettanto
interesse, richiami alla partecipazione attiva, al ruolo di interlocutore
privilegiato che dovrebbero avere i consiglieri del CGIE di fronte ai
funzionari dello Stato Italiano, lo abbiamo ascoltato invero dalla
prospettiva europea che, con tutto il rispetto che merita, così poco ha a
che fare e ancor meno comprende la nostra realtà latinoamericana, per lo
meno per quanto concerne qualità e quantità dell'integrazione.
È chiaro che applicare modelli e paradigmi consolidati in contesto "diverso"
e differente, non sempre è possibile e, spesso, produce risultati anch'essi
diversi e differenti.
Ma il punto, in fondo, non è questo.
Nessuno ha parlato dei Comites, e questo sì è il punto. E questo, sì, è
grave. È grave, essenzialmente, perché la riforma dei Comites ha
direttamente a che fare con l'efficacia degli interventi, con le reti
consolari, con le anagrafi e con i rapporti, facili o difficili che siano,
tra collettività e rappresentanze diplomatiche. Per non parlare, ovviamente,
della valenza democratica della questione: una valenza che dovrebbe essere
un valore forte, anche se il silenzio in merito lascia pensare piuttosto a
un valore di secondo piano, debole.
In Messico, il Comites rappresenta un punto irrinunciabile. Ancora
fondamentale per la definizione democratica della nostra vita di cittadini
residenti all'estero. Ancora centrale nella nostra concezione di rispetto
dei diritti civili.
Porto in questa assemblea la protesta forte del Comites di Città del Messico
per il disegno di riforma presentato dal Governo Italiano disattendendo
quanto proposto da questo Consiglio Generale degli Italiani all'Estero in
collaborazione con tutti i comitati del mondo, progetto che pur non
soddisfacendo tutte le nostre aspettative metteva comunque le nostre
rappresentanze democratiche nelle condizioni di operare più efficacemente
sul territorio e con maggior riconoscibilità istituzionale. Invece, oggi,
dopo un numero civilmente irragionevole di anni, ci ritroviamo con una
riforma che non solo emenda nei punti chiave quella proposta dal CGIE, ma
restituisce incredibilmente l'immagine e la sostanza di un Comites più
debole e svuotato di ogni significato. Un ente inutile che, se così dovesse
uscire dal dibattito parlamentare, non avrebbe più alcuna ragione di
esistere.
È ferma convinzione del Comites di Città del Messico che l'attuale disegno
presentato dal Governo non meriti nessun ulteriore emendamento, giacché
questo significherebbe nella sostanza accettare la delegittimazione di
fatto, accontentandosi di piccoli quanto marginali miglioramenti.
Pertanto, la Collettività Italiana residente il Messico, d'accordo con il
proprio rappresentante presso questo Consiglio e attraverso i propri
rappresentanti eletti (non nominati), chiede che il CGIE, compatto, in
maniera intransigente e incondizionale, ripresenti come somma degli
emendamenti il proprio disegno originale.
AIE |