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Il Ministro Frattini illustra le linee programmatiche del MAE in Commissione Esteri della Camera

AIE - “Il Governo attribuisce grande importanza al consolidamento del legame con le collettività italiane all’estero. Il successo di partecipazione degli italiani all’estero al voto referendario lo dimostra. Opereremo sempre meglio per realizzare un sistema che elimini anche gli inconvenienti pratici che ci sono stati”. Lo ha sottolineato il Ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo alla Commissione Esteri della Camera per illustrare le linee programmatiche della Farnesina. Il Ministro ha fatto anche riferimento alla riforma dei Comites che dovrà essere varata in tempi brevi per consentirne il rinnovo in dicembre con la nuova normativa. Una riforma che Frattini ha definito importante “importante”, poiché i Comites, ha ricordato, “costituiscono l’unico organismo eletto direttamente dai nostri connazionali all’estero e quindi, è direttamente rappresentativo delle loro esigenze”. “Ritengo – ha sottolineato Frattini - che quella legge costituisca un giusto equilibrio tra l’integrazione sociale e politica delle nostre collettività e la valorizzazione dell’identità storica e culturale dei nostri connazionali. Questi due aspetti debbono essere sempre in equilibrio”. Frattini ha assicurato, in proposito, che “non mancherà il sostegno del Ministero degli Affari Esteri all’iniziativa”. Passando poi ad illustrare le linee programmatiche del suo Dicastero, il Ministro si è soffermato sui “due principali pilastri di riforma strutturale del Ministero degli Affari Esteri e della missione della diplomazia italiana”, oggetto di due iniziative organiche principali. “La prima – ha spiegato - è relativa alla missione della diplomazia italiana per la promozione della cultura italiana nel mondo. L’altra riguarda, invece, l’esigenza di coordinamento e di un’azione omogenea del Sistema Italia per promuovere quella che alcuni hanno definito l’internazionalizzazione del Sistema Italia, inteso non solamente come sistema produttivo italiano che investe all’estero, ma anche come strumento di attrazione degli investimenti esteri verso l’Italia”. Obiettivo dell’azione del Ministro è quello di “integrare, in una visione più articolata, la tradizionale missione della diplomazia, nel passato prevalentemente incentrata sull’azione politica, con una missione di promozione e di esaltazione del valore della cultura italiana nel mondo, in modo tale che la cultura e l’internazionalizzazione del sistema produttivo ed economico italiano concorrano e diventino essi stessi strumenti di politica estera”. A ciò deve aggiungersi la riforma organica della cooperazione allo sviluppo. Per Frattini infatti, cooperazione, promozione della cultura italiana e internazionalizzazione costituiscano i tre strumenti principe “per realizzare la missione di politica estera”. Il tutto, “nell’ottica della modernizzazione dell’organizzazione, della struttura e della nostra politica estera” e operando di concerto anche con gli altri Ministeri. “Sono convinto che il lavoro da fare insieme agli altri ministeri sia essenziale”, ha precisato Frattini spiegando che il MAE e il Ministero per le Attività Produttive stanno già esaminando alcuni percorsi operativi concreti. L’obiettivo da realizzare è quello di “una cabina di regia che interessi e coinvolga tutti i soggetti che operano a sostegno della proiezione del Sistema Italia all’estero”. Si tratta, ha spiegato il Ministro, di “una sorta di cabina di regia capace di governare internamente la programmazione degli interventi e di coordinare la rete integrata all’esterno, cioè in ogni paese in cui non solo la rete diplomatico-consolare, ma anche tutti gli altri organismi e le istituzioni si muovono a promozione e a sostegno del Sistema Italia”. Questa considerazione prende spunto dall’analisi in ordine a ciò che fanno gli altri paesi, ai mezzi e alle risorse di cui dispongono all’eventuale esistenza della cabina di regia. Frattini non ha nascosto che il differenziale delle risorse che separa l’Italia dai principali partner nel sostegno ai processi di internazionalizzazione “è fortemente negativo per il nostro paese”. E ha citato, al riguardo, alcuni dati: “nel complessivo sistema delle Ambasciate e dei Consolati l’Italia ha 296 unità di personale dedicate allo svolgimento dell’attività di promozione dell’internazionalizzazione del Sistema Italia, mentre la rete diplomatica del Canada ne ha 770, quella francese 1.926 e quella britannica 2.540 (quasi dieci volte il numero delle persone impiegate nel nostro paese per promuovere l’immagine, le imprese e gli investimenti verso l’estero)”. Come fare per colmare questo differenziale negativo? Escludendo la possibilità di un massiccio sistema di assunzioni di personale poiché “esistono esigenze di ordine finanziario e di bilancio che non ce lo permettono e sarebbe troppo lungo dedicarsi ad un reclutamento di personale specializzato, che richiederebbe una formazione importante”, Frattini ha indicato l’alternativa praticabile. “Avvalersi di una rete, che consenta economie di scala, e delle risorse esistenti presso altre istituzioni che operano, talvolta, con una capillarità non inferiore a quella delle ambasciate e dei consolati”. Ricordando che vi sono uffici del Ministero degli Affari Esteri, 123 ambasciate e 115 consolati, ma vi sono anche 104 uffici dell’Istituto per il commercio con l’estero, 25 uffici dell’ENIT nei paesi più importanti e ben 68 Camere di commercio italiane all’estero, oltre ovviamente ai numerosi uffici esteri di camere di commercio italiane, il Ministro ha precisato che “solamente la via del coordinamento e della concertazione programmatica tra tutti questi uffici che operano all’estero possa aiutare a ridurre quel differenziale e, quantomeno, ad attenuare quel deficit di potenzialità che il sistema Italia rischia di avere rispetto ad altri paesi”.Il Ministro ha posto l’accento su un’altra iniziativa “che si sta concretamente avviando”: gli sportelli unici all’estero. A breve alcuni di essi, forse già nelle prime settimane della Presidenza italiana, saranno inaugurati. Obiettivo è quello di “realizzare sportelli unici all’estero in ogni paese, con i quali coordinare, anche fisicamente, mediante la rete delle ambasciate e dei consolati, gli uffici esteri dell’ICE, gli uffici esteri dell’ENIT e le altre strutture eventualmente esistenti quali, ad esempio, le camere di commercio italiane all’estero”. Un ruolo maggiore sarà inoltre attribuito alle Regioni. “Intendiamo condividere molte iniziative con le regioni” ha assicurato il titolare della Farnesina, sottolineando che “quello del Ministero degli Affari Esteri è un ruolo di servizio per incentivare le attività di promozione e di azione delle regioni italiane all’estero: non un’azione di freno, ma un’azione di incoraggiamento e di servizio all’operato regionale verso l’estero. Quanto più ho dimostrato disponibilità, tanto più le Regioni hanno operato in continuo raccordo con il Ministero degli Affari Esteri” ha precisato Frattini. Il quale ha inoltre tenuto a richiamare l’attenzione su un’altra iniziativa. “Abbiamo definito lo statuto di una fondazione a carattere pubblico-privato che nascerà in futuro e che, probabilmente, si chiamerà  “Fondazione progetti Italia”. “La nostra idea – ha affermato - è quella di dar vita ad una fondazione di tipo pubblico-privato che abbia il compito di favorire una sorta di holding, sempre a carattere misto pubblico-privato, per definire la priorità strategiche del sistema Italia. Quello che facciamo con i tavoli di coordinamento potrà essere raccolto da uno strumento operativo meglio organizzato, con la partecipazione di privati, soprattutto degli enti associativi delle imprese del sistema privato, i soggetti pubblici, le cosiddette autonomie funzionali, come ad esempio, la Unioncamere. Da questa fondazione dipenderanno una sorta di ‘cantieri’ regionali”, ha precisato Frattini, indicando una doppia missione per la fondazione: “la prima consiste nella promozione economica del sistema Italia, l’altra nella promozione culturale del nostro paese”. Evidenziando, poi, che la politica culturale del nostro Paese all’estero costituisce “una componente essenziale nelle scelte di politica estera ed un veicolo privilegiato per la promozione dei nostri interessi”, Frattini ha sottolineato la necessità di “creare strumenti effettivi per incentivare, favorire e potenziare la nostra rete, che si avvale delle Ambasciate e dei Consolati, ma anche del grande lavoro della rete degli Istituti Italiani di Cultura all’estero”.Al riguardo, Frattini ha ricordato che il MAE ha elaborato un ddl, oggi all’attenzione della Presidenza del Consiglio, “che non concerne semplicemente la riforma degli Istituti Italiani di Cultura all’estero, ma mira più in generale alla promozione della cultura italiana”. Indicando le linee portanti del provvedimento, che non è stato ancora approvato dal Consiglio dei Ministri, Frattini ha ricordato che “la legge in vigore risale al 1990, ha introdotto istituti nuovi, creato una rete che funziona, con professionalità di alto livello che lavorano in istituti di cultura, ma dopo 13 anni è necessario un potenziamento in termini di coordinamento, flessibilità delle strutture e miglioramento delle sinergie tra reti diverse. Credo – ha aggiunto Frattini - che una centralità strategica nella promozione della cultura italiana sia necessaria. Con questo disegno miriamo innanzitutto a dare univocità di obiettivi alla politica culturale dell’Italia all’estero, e quindi a realizzare attraverso questa politica culturale obiettivi che sono di politica estera tout court”. Il Ministro ha spiegato che “il sistema di sviluppo della cultura italiana all’estero comprenderà una forte azione in favore della lingua italiana: già molte iniziative sono sul tappeto, altre se ne aggiungeranno. Ma non dimenticheremo – ha soggiunto - l’azione per la promozione della scienza italiana e delle capacità di creatività e di genio nei settori della scienza e della tecnologia. I temi della comunicazione e del rapporto tra mezzi di comunicazione e comunicazione verso i cittadini costituiscono un altro degli aspetti che crediamo importanti nell’ambito del concetto più generale di cultura”. Il MAE avrà la funzione di coordinare le linee-guida dell’azione culturale all’estero, calibrando ancora una volta per ciascuna area regionale le necessità e le modalità”: non sono uguali le modalità e le necessità di una presenza della cultura italiana nel bacino del Mediterraneo, nella Federazione russa o nel continente americano”. Ci sarà poi un rafforzamento del coordinamento tra le Ambasciate, e il loro ruolo nella gestione del rapporto con i Paesi esteri, e gli Istituti di Cultura. Per il Ministro, è giunto “il momento di definire meglio la missione delle nostre ambasciate ed il ruolo di supporto indispensabile degli istituti di cultura: l’istituto di cultura quale strumento di supporto e di riflessione, aiuto indispensabile agli ambasciatori per realizzare ciò che rientra nelle azioni e nelle iniziative strategiche individuate per ciascun paese”. Un ruolo maggiore sarà attribuito alle Regioni e alle realtà locali, poiché “valorizzare nell’offerta culturale dell’Italia anche il richiamo alle tradizioni delle regioni e degli enti locali arricchisce la nostra possibilità di offerta e la rende in definitiva anche più credibile e visibile. Basti pensare – ha soggiunto il Ministro - a quelle grandi comunità di italiani all’estero che desiderano mantenere attraverso la cultura e le tradizioni regionali un raccordo con la loro regione di provenienza e, in definitiva, con il loro paese. Questa – ha precisato - è stata la richiesta delle regioni italiane, e sono profondamente convinto che ciò si possa e si debba fare”. Un altro spunto è costituito dalla possibilità, già attualmente prevista dalla legge, “di partecipare alla costituzione, nell’ambito della promozione culturale da parte del MAE, di fondazioni ed istituti di carattere pubblico e privato e di potere in qualche modo disporre di risorse maggiori. Il fatto che il Ministero degli Affari Esteri possa partecipare ad iniziative, fondazioni e istituti, e potrà farlo ancora meglio con la nuova legge, che dispongono di finanziamenti cui l’Italia può dare un proprio contributo, ma ai quali può dare soprattutto un contributo in termini di prodotto culturale, credo aiuti a superare il consueto problema delle risorse finanziarie che certo non sono sovrabbondanti”. Altro punto qualificante del ddl sarà costituito da una forma organica di coordinamento con la rete dei Comitati della “Dante Alighieri”. Infine, una volta varata la nuova legge ci sarà la possibilità, ha spiegato il Ministro, di disporre di un programma formativo permanente per il personale degli Istituti di Cultura, che “svolge già un lavoro egregio, ma che chiede formazione e risorse tecnologiche ed informatiche per il migliore svolgimento della propria azione”. “Potenzieremo – ha infine annunciato Frattini - la Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero e assicureremo la presenza di operatori dell’area della promozione culturale presso le Ambasciate e i Consolati, laddove un Istituto di Cultura non esista”.

A.M.P./AIE