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Intervento d’apertura del Vice segretario generale per l’Europa e Nord Africa, Gianni Farina(AIE) Esattamente due anni or sono la Commissione europea Nord Africa del Consiglio Generale si riuniva in Algeri con un peculiare tema al centro del dibattito: la «Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea». Affermammo che l’Europa non si riassumeva in un mercato. Che al suo centro vi erano i cittadini. Tutti i cittadini, dell’Unione , ed i tanti milioni provenienti dal Nord Africa , dal paese ove oggi siamo ospiti, come da tante altre parti del nostro pianeta. Affermammo che l’universabilità, l’indivisibilità, e la giustizia per tutti fossero gli obiettivi concreti da raggiungere. Criticammo il fatto che la Carta distinguesse tra diritti riconosciuti a tutti e altri riservati ai soli residenti o ai soli cittadini dell’Unione. Noi siamo impegnati per una Unione tra i popoli dell’Europa che significa unione delle loro storie e delle loro culture. Una Unione aperta al mondo ,alle tante culture dei milioni di immigrati che ci vivono, alle concezioni filosofiche e religiose che sono ormai una parte importante della realtà europea. I sei valori fondamentali sui quali si sta costruendo l’identità europea-dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia-nonché la sua carta sociale, devono essere universalmente riconosciuti al di là e al di sopra delle provenienze fuori dall’Unione,del credo e della cultura di ognuno. Oggi , siamo qua a Casablanca, in questa splendida città del Marocco moderno che sta affrontando con coraggio la scommessa del ventunesimo secolo : assicurare sviluppo e progresso al suo popolo. Un popolo che noi già conosciamo perché ci viviamo accanto nelle città e nei villaggi dell’Europa, all’interno del mondo della produzione: nelle fabbriche, sui cantieri, nelle attività commerciali, nei servizi, Italia compresa , ove la comunità Marocchina è oramai parte importante della nostra realtà quotidiana. Chiediamo per loro, per tutti loro, per quelli che già ci vivono e per quelli che verranno: atti concreti per una integrazione protagonista, rispetto, solidarietà, amore. Noi possiamo alzare queste nobili bandiere. Lo possiamo fare perché l’esperienza nostra, del non tanto lontano passato, è cosi simile, cosi spesso identica nelle speranze nelle disillusioni. Fra pochi giorni – il due Giugno – festeggeremo un anniversario che è memoria collettiva di un intero popolo. La democrazia repubblicana alza la bandiera tricolore che ha conquistato ,da quel due Giugno del 1946, il diritto alla pari dignità nel contesto delle nazioni libere e progredite del nostro pianeta. La Costituzione italiana ,in un mondo travagliato dalle guerre,dall’oppressione e dalla miseria a cui sono ancora condannati tanti popoli della terra, è ancora oggi di straordinaria attualità per chi, come noi, è da sempre impegnato sul terreno della lotta per i Diritti, per il riscatto dei poveri e degli emarginati, per costruire un’Italia ed una Unione europea fondata sulla solidarietà , sulla convivenza e la pari dignità di tutti gli uomini e le donne che ivi vivono e lavorano. E’ la Costituzione italiana che ha ristabilito la sovranità popolare, Costituzione frutto del contributo di tante espressioni filosofiche e culturali che hanno trovato nel confronto ed anche nello scontro dialettico, la forza per emanare un testo fondamentale di cosi alto valore. Oggi, nel mentre ci accingiamo ad affrontare attraverso un fecondo, appassionato dibattito i temi al centro dei nostri lavori. I Diritti politici e la partecipazione , il rispetto delle radici culturali e il confronto tra le tante civiltà che popolano il villaggio Europa ed il nord Africa, non potevamo non partire dall’Italia, dal suo essere, da un passato indimenticato, da un dopoguerra che vide partire milioni di uomini e di donne. Un esodo di massa palpitante di speranze per una condizione più umana ,speranza di uscire dalla emarginazione e dalla miseria in cui viveva la maggior parte della gente italica nel dopo guerra. Oggi e anche per questo, noi chiediamo pari dignità- sociale, umana, civile, politica – per tutti quelli che vivono il villaggio Europa. Siamo cittadini europei in una Unione che sta elaborando la sua «carta fondamentale» , quella Convenzione che suscita in noi tante speranze, che può rappresentare,anzi lo deve, la stella polare della democrazia europea. Ieri, un passato molto recente, per molti versi ancora presente,disperati senza diritti eravamo noi. Noi, nelle terre della Vallonia a scavare e spesso morire per qualche chilo di carbone, noi a costruire autostrade, ponti gallerie nella terra dei galli, dei germani o degli elvezi , noi con i nostri sentimenti , le aspirazioni e le speranze di una vita più umana , trattati spesso e unicamente come braccia di lavoro: usa e getta, utilizza o espelli a seconda della situazione economica del momento. Usa e getta sotto la continua minaccia di ricatti referendari chiamati a decidere sul perché e sul come aver diritto a risiedere in paesi lontani dalla terra natia. Atteggiamenti di tipo razzistico e xenofobo di cui eravamo vittime e che oggi colpiscono tanti immigrati extraeuropei. Razzismo come affermazione di essere migliore dell’altro. L’attuale dibattito sull’immigrazione che non sa alzare il livello Intellettuale all’altezza delle realtà multiculturali derivanti dalla nuova immigrazione di massa. Oggi che assistiamo in Europa non a spostamenti individuali ma a vere e proprie migrazioni di popoli dal mondo sottosviluppato al nostro. Oggi che assistiamo a tali fenomeni , dobbiamo essere consapevoli che la difesa dei diritti altrui assicura i diritti di tutti. Sviluppo della civiltà, creatività culturale sono conseguenza dell’incontro tra i popoli, tra i diversi. La diversità può e deve essere una ricchezza , non un problema da risolvere E l’incontro avviene proprio perché si è diversi E’ mancata in un lungo periodo del dopoguerra e nei nostri confronti una politica di lunga lena, da parte dell’Italia e dei paesi ospitanti,per progetti innovativi ,avanzati in direzione della piena integrazione di milioni di cittadini italiani nel contesto europeo. E manca oggi, almeno a me cosi sembra, il progetto per la costruzione di una società plurietnica in ogni singola nazione dell’Unione europea, progetto che presuppone scelte di grande coraggio, le sole e in ogni modo, in grado di assicurare sviluppo e progresso all’insieme dell’Europa. Assicurare uno sviluppo che presuppone cooperazione civile tra paesi ricchi e paesi poveri, pari dignità e uguaglianza delle opportunità, stato sociale ,diritti civili e politici per tutti, comunitari e non, deve divenire obiettivo primario dell’Unione europea, impegno appassionato perché si realizzi per tutti noi. Oggi e domani ascolteremo relazioni di grande spessore culturale, di uomini e donne impegnati sul terreno avanzato della difesa e dell’allargamento dei diritti di milioni di cittadini immigrati. Li ringraziamo per aver accolto l’appello a venire tra noi a darci il loro importante contributo intellettuale e umano. Noi diremo la nostra. Esiste oggi in Europa un grande tra tanti problemi,quello della sicurezza, nel contesto delle migrazioni di massa dovute a più fattori e che ha assunto una straordinaria importanza ed è al centro degli interessi e delle preoccupazioni delle opinioni pubbliche e dei governi dell’Unione. Se ne può uscire in due modi: con politiche di contenimento e persino di provvedimenti di carattere repressivo , sull’onda di atteggiamenti xenofobi e razzisti – alcuni risultati elettorali in Europa ci ammoniscono del pericolo- da parte di minoranze violente e chiassose. Il cancro dello scontro tra civiltà acuito dai venti di guerra , da repressioni e terrorismo può in tal caso divenire drammatica realtà. Ma se ne può uscire anche in avanti. Anzi, ne dobbiamo uscire in avanti,con politiche innovative che portino ad una integrazione protagonista fondata sul rispetto dei popoli,delle loro culture, delle loro tradizioni. Il patrimonio intellettivo e umano della comunità italiana nell’Unione e nel Nord Africa è una straordinaria ricchezza che può e deve essere messa al servizio di un cosi grande obiettivo: la società della solidarietà: dei liberi , dei diversi e degli uguali. Gianni Farina AIE |