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Articolo di Franco Santellocco

Vertice dei Paesi dell’Area Mediterranea: una grande occasione

Solidarietà reciproca, unica strada per estirpare le piaghe dell’Africa e quelle dell’Europa

AIE - Si è appena concluso un grande avvenimento, eppure il frastuono di tutti i giorni rischia di farlo passare in sordina, senza che venga ad esso riservata l’attenzione che merita.

E’ infatti da poco terminato lo svolgimento del vertice tra i Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’area mediterranea. A Tunisi per la prima volta dieci Capi di Stato, cinque per i Paesi europei e cinque per quelli del Maghreb, si sono incontrati per discutere insieme, su un piano paritario i reciproci problemi: sicurezza, cooperazione e controllo dei flussi migratori gli argomenti all’ordine del  giorno. Si tratta di un passo di grande importanza, che non va sottovalutato e, soprattutto, si tratta di un’occasione che non deve essere sprecata.

L’incontro tra i massimi rappresentanti di Stati enormemente diversi per storia e cultura, ma accomunati dall’essere tutti bagnati dal mar Mediterraneo, rafforza in noi la convinzione che il  futuro dell’Europa e dell’Africa sia comune, sia in quell’unico, grande Continente Solidale di cui tanto si è parlato e si deve continuare a parlare, e che finalmente, con iniziative come questa, si comincia anche a vedere concretamente.

Un’idea, questa del Continente Solidale, che sembra dunque sempre più tradursi in realtà, specialmente se si nota che il vertice odierno si svolge in una situazione di perfetto equilibrio, caratterizzata dall’uguale numero dei rappresentanti della sponda nord e della sponda sud di questo mare ricco di storia.

E proprio da questa posizione di equilibrio, che presuppone quel reciproco rispetto che mai deve venire a mancare, si può sviluppare un confronto più aperto e costruttivo, anche con i suoi momenti di tensione, sempre presenti quando differenti visioni e modi di pensare si mettono seriamente in gioco per giungere ad un’intesa vera, effettiva. Un’intesa che deve essere conclusione e sintesi della parte migliore di ogni singolo contributo, che ciascuno nella sua specificità è chiamato a dare. Non un’intesa al ribasso, frutto di comodi compromessi politici, ma una vera posizione comune da cui emerga una soluzione concreta, reale a questi problemi che affliggono, in misura diversa e per diversi aspetti, la nostra Europa e la loro Africa. Problemi speculari, diverse facce di una stessa medaglia, che devono portarci ad essere più uniti che mai, perché non sarà mai possibile risolvere gli uni senza un intervento serio anche sugli altri.

Ecco allora che la solidarietà reciproca diventa l’unica strada percorribile se si vogliono estirpare alla radice, ed in via definitiva le piaghe dell’Africa e quelle dell’Europa.

Per capirlo, basta una breve analisi dei problemi al centro del dibattito.

La sicurezza: indubbiamente una necessità che, in quest’epoca di terrorismo globale, fanatico, che colpisce ovunque senza farsi scrupoli, da New York a Casablanca, da Istambul a Nassyria, è più che mai presente in ogni parte del mondo. E’ un’esigenza fortemente sentita in Europa come in Africa, e che soltanto un intervento congiunto in entrambi questi continenti potrà appagare in maniera efficace.

Perché il problema della sicurezza è legato a doppio filo, e non a caso, agli altri argomenti trattati da questo vertice: cooperazione e controllo dei flussi migratori.

Perché soltanto un efficace regolazione dei flussi migratori che partono dall’Africa alla ricerca in Europa di un futuro migliore, permetterà di arginare l’esportazione anche del fondamentalismo e del terrorismo islamico nelle nostre terre. E una regolazione dei flussi migratori non può che passare attraverso un’intesa forte con i Governi di quei Paesi da cui si alimenta l’immigrazione, spesso clandestina, in Europa.

Un’intesa che deve essere di ampio respiro, ed abbracciare anche l’impegno per una cooperazione che sia vera e che aiuti questi Paesi a combattere quella miseria che ne mina la crescita e che è focolaio di odio, ignoranza, fanatismo.

Cooperazione, dunque, alla base di ogni possibile idea volta a risolvere i problemi, drammatici, che ci stanno mettendo a dura prova in questo inizio secolo. Una cooperazione che non sia di facciata, che non sia una trovata pubblicitaria, ma che incida veramente, finalmente, sulle economie e sulle società di quest’Africa ferita e malata.

Una cooperazione che porti benessere, soprattutto attraverso la creazione di posti di lavoro, unico vero modo per porre un freno ad un’emigrazione incontrollata, perché causata dalla disperazione. In quale altro modo si può pensare di fermare chi, ormai, non ha più niente da perdere ?

Serve il varo di quel grande “Piano Marshall per l’Africa” per troppo tempo rimandato, nonostante le istanze del nostro Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia.

Serve una risposta reale, e serve in tempi brevi.

Serve assolutamente il varo di quella tanto annunciata e mai realizzata nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo, per un intervento drastico su un problema che, oggi, con l’attuale legge, è mal gestito per non dire ignorato.

La storia ce lo impone.

Ci auguriamo che questo vertice serva a ricordarlo a tutti, politici e non.

 

Franco Santellocco