News
N e w s |
Riforma Comites: tutto rinviato a settembreAIE - Slitta a settembre la conclusione in Senato dell’esame del disegno di legge sulla riforma dei Comites. Il 29 e il 30 luglio era ripreso in Commissione Esteri il dibattito sul provvedimento. L’esame sarebbe dovuto proseguire il 31 luglio ma per mancanza di numero legale non se ne è fatto nulla. Dati i tempi stretti, fanno sapere dagli Uffici della III Commissione, era stata ventilata l’ipotesi di mandare direttamente in Aula il disegno di legge: ipotesi tramontata subito, anche perché il Senato sta per chiudere i battenti per la pausa estiva. La Commissione Esteri aveva anche iniziato a votare una serie di emendamenti presentati dall’opposizione, ma si era fermata a cinque proposte di modifica, peraltro respinte dalla Commissione, all’articolo 1. Gli emendamenti, analoghi a quelli respinti dall’altro ramo del Parlamento, in sostanza miravano, secondo le intenzioni dei firmatari, a meglio definire i compiti dei Comites svincolandoli dall’ambito dei soli rapporti con le rappresentanze diplomatiche e consolari e garantendo loro più incisive funzioni anche verso le autorità locali. Prima della votazione di questi emendamenti (l’opposizione ha presentato altre proposte di modifica inerenti altri articoli), si era svolta (il 29 luglio) la discussione generale alla quale aveva preso parte il Sottosegretario agli Esteri Mantica. La Senatrice De Zulueta era stata la prima a prendere la parola. L’esponente dei DS, dopo avere evidenziato la necessità di rendere la nuova disciplina sui Comites “trasparente e puntuale” poiché i Comitati dovranno “coesistere con altri organi di rappresentanza politica nell’ambito delle varie comunità degli italiani nel mondo”, aveva osservato che, da parte del Governo, vi è “la tendenza a derubricare la specificità del ruolo dei Comites anche rispetto all’attività delle rappresentanze diplomatiche e consolari”. Per la Senatrice si tratterebbe di “tentativi di ridimensionamento” della funzione dei Comitati che “non trovano giustificazione in preoccupazioni relative ad una sovrapposizione tra le funzioni dei Comites e quelle delle rappresentanze diplomatiche e consolari”. Di qui la presentazione, da parte dell’opposizione, di modifiche di contenuto analogo a quelle respinte dalla Camera e volte – aveva precisato l’esponente diessina sia a fornire direttive specifiche riguardo ai rapporti tra i Comitati e le Ambasciate e i Consolati, sia a prendere come punto di riferimento le anagrafi consolari, anziché l’AIRE, per la composizione delle liste elettorali. Alla Senatrice aveva replicato il relatore del provvedimento, Pellicini. Il Senatore di AN aveva innanzi tutto bollato come “inopportuna” ogni modifica “tendente ad eliminare il nesso tra i Comitati e le rappresentanze diplomatiche”. Il relatore, inoltre, aveva respinto le critiche di genericità alla norma definitoria dei Comitati e a quella relativa alle loro funzioni sottolineando che “assai diverse sono le realtà in cui questi sono chiamati a rappresentare gli interessi delle comunità italiane”. Per Pellicini, pertanto, “una definizione rigida non sarebbe certamente adatta a qualificare funzioni che non si può pretendere del tutto identiche in ciascun ambito territoriale”. Riguardo poi al problema delle anagrafi, l’esponente di AN aveva fatto osservare che esso è “sempre più prossimo ad una soluzione efficiente e definitiva” grazie all’opera di bonifica volta a colmare la discrepanza tra gli iscritti all’AIRE e quelli delle anagrafi consolari. Ritenendo, tra l’altro, che “non sia una soluzione praticabile quella di ricorrere ad un ulteriore rinvio delle elezioni dei Comitati soltanto perché alcuni dei soggetti dotati dell’elettorato attivo potrebbero non essere in grado di esercitarlo a causa della imperfezione delle liste”, Pellicini aveva sottolineato l’opportunità di mantenere il riferimento all’AIRE come base per la predisposizione delle liste elettorali per i Comites. Infine, per quanto concerne la supposta mancanza di sanzioni penali verso gli atti lesivi del diritto di voto per corrispondenza, Pellicini aveva fatto notare “come in realtà risulterà applicabile la disciplina sull’esercizio del voto degli italiani all’estero che prevede anch’essa il voto per corrispondenza, con le relative sanzioni”. Il Sottosegretario Mantica, intervenendo in sede di replica, aveva auspicato una rapida approvazione del provvedimento così come licenziato dalla Camera osservando come “non si possa sostenere che lo stesso Consiglio Generale degli Italiani all’Estero si sia dichiarato favorevole alle modifiche proposte dall’opposizione, poiché l’Ordine del Giorno citato dal Senatore Franco Danieli per sostenere tale tesi è stato votato a stretta maggioranza e non, come invece è tradizione del Comitato, all’unanimità”. A parere di Mantica, pertanto “non pare corretto sostenere che il CGIE sostenga l’opportunità di alcune modifiche al testo, quanto, più che altro, che una sua componente auspichi l’approvazione di emendamenti”. In relazione alla questione del rapporto tra Comites ed autorità diplomatiche e consolari, il Sottosegretario agli Esteri aveva precisato come il provvedimento “rappresenti il miglior punto di equilibrio possibile tra l’esigenza di attribuire funzioni concrete ed effettive ai Comites e l’obiettiva necessità di non creare i presupposti per sovrapposizioni o conflitti tra l’attività degli stessi Comitati e le scelte di pertinenza di Consolati ed Ambasciate. Tra l’altro – aveva aggiunto - si profila sempre più urgente la necessità di una generale riorganizzazione delle stesse autorità consolari e delle funzioni ad esse demandate”. Riguardo poi al problema della duplicità delle risultanze anagrafiche, Mantica aveva rassicurato sul fatto che “il processo di bonifica e perfezionamento delle liste dell’AIRE sta procedendo e ha dato apprezzabili risultati già in occasione delle recenti consultazioni referendarie”. Ma aveva anche sottolineato che il ricorso all’anagrafe consolare “non può rappresentare un’alternativa reale, dal momento che essa è predisposta a fini di censimento e non in relazione a concrete esigenze istituzionali”. S.P./AIE |