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“Miss Italia nel Mondo 2002” : Bruno Zoratto (CGIE) si rivolge ai vertici Rai

Presentatori disinformati e disinformanti

Se questo è il nuovo modo di fare informazione di ritorno è urgente voltare pagina al più presto

(AIE) L’edizione 2002 di “Miss Italia nel Mondo” è stata all’insegna della disinformazione sulle nostre collettività all’estero. Forte il disappunto di Bruno Zoratto, Presidente della Commissione Informazione e Comunicazione del CGIE, che ha indirizzato una lettera ad Antonio Baldassarre ed Agostino Saccà, rispettivamente Presidente e Direttore Generale della Rai, e ai membri del CdA. “E’ veramente sconcertante - scrive Zoratto che ha inviato la lettera, per conoscenza, anche al Ministro degli Esteri Silvio Berlusconi e al Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia - che un presentatore di rango e rinomato come Carlo Conti, nell’introdurre disordinatamente la ‘nostra gente all’estero’ in occasione della presentazione delle candidate a Miss Italia nel Mondo del 31 agosto, abbia dichiarato che i nostri connazionali nel mondo con passaporto italiano sono 12 milioni, mentre nella verità (dai dati aggiornati a luglio 2002) risultano residenti all’estero 4.080.264 italiani. Dato che la Rai è ente pubblico, sarebbe opportuno - incalza Zoratto - che i presentatori, invece di parlare a vanvera e di osannarsi a vicenda, fossero meglio preparati sul pianeta ‘Italiani all’estero’, un mondo che purtroppo ignorano, essendo essi rimasti ancora fermi agli stereotipi dello spago e della valigia di cartone”. Il Consigliere di Stoccarda segnala anche che “da alcuni Comites sembrano giungere notizie non confortanti sul modo usato nel gestire le iniziative che hanno portato alle singole selezioni. Infatti, - prosegue - non sembra essere un caso isolato quello dei Comites di Johannesburg e di Casablanca, che si sono rifiutati di aderire (come è avvenuto nelle precedenti edizioni) alla richiesta troppo ‘esosa’ degli ‘organizzatori romani’. Sarebbe più giusto - fa osservare Zoratto - che la Rai riservasse un’attenzione adeguata a queste iniziative, che confermano un modo indecoroso di trattare argomenti seri con strafalcioni, applauditi da un pubblico che, non certo per colpa sua, ignora la reale situazione delle nostre collettività emigrate. Se questo è il nuovo modo di fare informazione di ritorno - conclude Zoratto - urge la necessità di voltare pagina al più presto, prima che sia troppo tardi. Nella speranza che gli strafalcioni della Carrà di ieri e quelli dl Carlo Conti di oggi non si ripetano più”.

 

AIE