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Dal 1° gennaio 2003, cancellate le trasmissioni in lingua italiana della Bayerische Rundfunk

Il Ministro Tremaglia contro la chiusura di Radio Monaco

In Germania a rischio l’informazione in lingua italiana

(AIE) Appena il Ministro per gli Italiani nel Mondo ha saputo che i Direttori generali delle emittenti radiofoniche di ARD hanno deciso, dopo 38 anni di attività, di chiudere le trasmissioni in lingua italiana di “Radio Monaco”, realizzate negli studi della Bayerische Rundfunk, ha inviato una lettera, nella quale esterna la sue preoccupazioni, al Capo del Governo del Baden Wuerttemberg e all’Intendant dell’SWR (Ente radiofonico di diritto pubblico di Stoccarda), responsabile della decisione avendo essi disdetto il contratto con l’ARD che ha provocato la chiusura, che è stata programmata per il 31 dicembre di quest’anno.

Già il 17 maggio scorso, alcuni rappresentanti del CTIM (Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo) nel Baden Wuerttemberg si erano rivolti con una nota inviata ai parlamentari della Dieta regionale del Baden Wuerttemberg ed ai componenti del “Rundfunksart” della SWR per protestare contro questa assurda decisione che priva una delle collettività italiane più numerose al mondo (infatti in Germania risiedono 730mila italiani), di uno strumento indispensabile e irrinunciabile di integrazione e di conoscenza che nessun altro può dare alla stragrande maggioranza dei nostri connazionali in quel Paese che oltre l’80% di essi sono di prima generazione e quindi, per ovvie ragioni, non conoscono la lingua tedesca. La chiusura di questa emittente, nata nel 1964 per informare i Gastarbeiter, rientra in una strategia mentale voluta da uno sconosciuto al grande pubblico, certo Karl Heinz Maier-Braun, responsabile internazionale della SWR, vicino al partito di Schroeder e convinto assertore di quel concetto che tutti i cittadini “stranieri” residenti in Germania, italiani compresi, devono imparare obbligatoriamente il tedesco, dando così il via a quella assimilazione forzata che nessuno vuole, anche perché è scientificamente provato che, chi conosce bene la lingua madre, ha maggiori probabilità di potersi integrare anche nelle società anglosassoni. Il giornale in lingua italiana che esce a Stoccarda “Oltreconfine” non a caso parlò di un vero e proprio “complotto a danno della informazione in lingua italiana” in Germania. Persino “L’Unità”, rompendo il silenzio che riserva alle questioni riguardanti gli italiani all’estero ha pubblicato, con inizio in prima pagina, una nota di Paola Colombo, una “freelance” di “Radio Monaco” che, con un occhiello equivoco, parlava degli insuccessi della Farnesina, tentando in questo modo di far ricadere certe responsabilità sulla inerzia della diplomazia italiana, senza rendersi conto che il MAE in tutto questo non centra, perché la chiusura di “Radio Monaco” è un fatto tedesco che avviene grazie alla negativa predisposizione degli ambienti della sinistra tedesca, legati all’SPD la cui espressione massima è il Ministro degli Interni Federale Otto Schilling, che sostiene l’obbligatorietà della lingua tedesca per ogni concittadino comunitario, extracomunitario che vive e lavora nella Patria di Goethe.  “L’Unità”, dopo essersi dimenticata del solerte intervento dell’On. Tremaglia, non sapeva ad esempio che anche l’Ambasciata d’Italia a Berlino, preoccupata del caso, ha fatto intervenire, in varie sedi e con varie forme, i Consoli per far conoscere ai tedeschi il disappunto italiano alla iniziativa, anche perché non va mai dimenticato che oltre mezzo milione di italiani che risiedono in Germania pagano regolarmente il salato canone ed hanno diritto, come viene a chiare lettere sancito nei trattati europei, alla sacrosanta informazione nella lingua madre. In questi giorni Erwin Teufel, Capo del Governo del Baden Wuerttemberg ha inviato all’On. Mirko Tremaglia, che segue attentamente il caso, una cordiale nota in cui, tra l’altro, si legge:

“A seguito della Sua lettera del 23 maggio 2002 il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri si è messo in cotatto con il direttore della radio Sudwestrundfunf (SWR), il Professor Peter Voss, pregandolo di esaminare la Sua richiesta. Il Professor Voss ha compreso pienamente il Suo appello a mantenere il servizio di informazione in lingua italiana finora esistente. Tuttavia l’utilizzo di programmi per stranieri in lingua straniera sarebbe calato notevolmente. Per questo motivo la radio Sudewestrundfunk (SWR) arebbe modificato i propri piani, offrendo così a partire dall’inizio del prossimo anno nuovi programmi in lingua tedesca per le cittadine e i cittadini stranieri al posto delle trasmissioni in lingua italiana. Oltre a ciò verrebbero offerti in internet notiziari, reportage e servizi di vario tipo anche n lingua italiana destinati ai cittadini immigrati. Il volume dell’offerta per le cittadine e i cittadini stranieri verrebbe nel complesso ampliato significativamente”. Questa soluzione non sembra certamente soddisfare né il Ministro per gli Italiani nel Mondo né la nostra collettività in Germania, anche perché se qualcuno pensa di fare informazione di massa in Germania con internet, sbaglia perché non conosce la tipologia (socio-culturale) dell’utenza. Infatti, se nel mondo internet viene usato dal 5% della popolazione mondiale, gli italiani che risiedono in Germania non saranno molti di più a percorrere l’autostrada informatica per formarsi ed informarsi, anche perché risulta che gli italiani possessori di un computer in Germania, attualmente, non superano l’8%. Pertanto hanno ragione i cinque Consiglieri del CGIE-Germania che con un ordine del giorno accolto all’unanimità all’ultima sessione del Consiglio riunitosi a Roma, hanno chiesto l’intervento delle Istituzioni Parlamentari e di Governo, per riaffermare il sacrosanto diritto della informazione in lingua madre, cioè in lingua italiana. Il Ministro Tremaglia non ha perso tempo per far conoscere il suo parere al riguardo e la parte tedesca ha espresso il proprio punto di vista. Ora bisogna andare oltre, per trovare un compromesso e per far capire che l’integrazione in una società complessa come quella tedesca può avvenire solo se c’è da ambo le parti il rispetto assoluto delle identità linguistica e culturale, che con la chiusura di “Radio Monaco” vengono messe in serio pericolo.

 

Bruno Zoratto