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CGIE: i lavori della Commissione Continentale per i Paesi dell’America Latina L’intervento di Laura Angioletti Perini, Direttivo della “Dante Alighieri” di Quito (Ecuador) Esaminata la situazione della collettività italiana nel Paese latinoamericano (AIE) Ai lavori della Commissione Continentale per i
Paesi dell’America Latina, svoltisi a Curitiba (Paranà-Brasile) dal 15 al
17 aprile, sono intervenuti esperti del Brasile e di Paesi dell’area senza
rappresentanza diretta nel CGIE (Bolivia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala,
Paraguay, Repubblica Dominicana). Pubblichiamo l’intervento di Laura Angioletti Perini,
del Direttivo della Società Dante Alighieri di Quito (Ecuador). “La collettività italiana residente in Ecuador, al
marzo 2002, è costituita da 8315 persone. A queste vanno aggiunti 1422
coniugi stranieri di cittadini italiani (per un gran totale di 9737
persone). Le maggiori concentrazioni sono nelle città di Quito e
Guayaquil, ognuna con circa 3000 connazionali. Di questi cittadini italiani circa 1750 sono nati in
Italia; il resto discende da italiani emigrati in Ecuador in diverse epoche,
a cominciare dalla seconda metà del secolo XIX. Esistono quattro associazioni italiane: La Casa d’Italia, a Quito, con circa 80 soci attivi L’Associazione “Garibaldi” a Guayaquil, con circa
200 soci. Entrambe hanno come finalità principale quella di
promuovere l’unione, la ricreazione e la cultura degli italiani. L’Associazione delle “Dame Italiane”, dedita ad
opere di beneficenza, con circa 40 membri La “Società Dante Alighieri”, costituita da 120
soci, operante, com’é noto, nel campo della diffusione della cultura e
della lingua italiana anche fra i connazionali. Il grado di aggregazione della collettività è piuttosto
basso. Nel 2003, quando avranno
luogo le prime elezioni del Comites in Ecuador, la collettività potrà
essere maggiormente unificata e coinvolta in azioni comuni, particolarmente
di tipo culturale. Si nutrono tuttavia perplessità sulla possibilità di
organizzare in Ecuador le relative elezioni del Comites, data la scarsezza
di personale in Ambasciata e la presenza a Guayaquil di un Consolato
onorario, che già stenta a far fronte ai propri impegni. Per la grande maggioranza dei cittadini nati in Ecuador e
italiani “jure sanguinis” la cittadinanza è vista come un mezzo per
avere il passaporto per poter fare turismo o emigrare più agevolmente in
cerca di lavoro, spesso in Italia. A tale riguardo, sono sempre più frequenti le richieste
di informazioni su programmi predisposti dal Governo o dalle Regioni
italiane per favorire o almeno agevolare il rimpatrio di questi cittadini.
In questo ambito sarebbe certamente molto di più ciò che potrebbe
essere fatto. L’Italia dovrebbe preoccuparsi di questi tempi del
problema di accogliere l’onda di ritorno della propria emigrazione,
rappresentata da discendenti di italiani emigrati alla fine del secolo XIX,
agli inizi del Novecento e fra le due guerre, proveniente da quei Paesi
dell’America Latina colpiti dai più diversi tipi di crisi. La conoscenza della lingua e della cultura italiana è
per questi italiani molto limitata o nulla. Si è registrato però un
risveglio di interesse in tale ambito negli ultimi anni e sono aumentate fra
gli italiani le domande di iscrizione a corsi di lingua e cultura italiana. In tale campo la lacuna costituita dall’assenza di
serie istituzioni (non opera in Ecuador un Istituto Italiano di Cultura) è
stata in parte recentemente (aprile 2001) colmata dall’apertura di un
Comitato della “Società Dante Alighieri” a Quito, che conta attualmente
120 soci. Fino ad oggi sono stati istituiti circa 27 corsi di
italiano per adulti e bambini, di storia dell’arte, chitarra e cucina
italiana, con una partecipazione di circa 300 alunni. Sono stati organizzati concerti, conferenze, mostre di
pittura, presentazione di film italiani e seminari di lingua per i
professori, tutti eventi che hanno avuto
una buona partecipazione di pubblico. Inoltre il nostro Istituto offre borse di studio per
perfezionare la lingua in Italia, che vengono rilasciate agli alunni più
meritevoli. Per i corsi
d’italiano verrà richiesto entro luglio il contributo ministeriale che
era previsto dalla ex legge 153. All’aumento del numero di connazionali e quindi della
richiesta di servizi consolari da parte della collettività non ha però
fatto riscontro un aumento del personale dell’Ambasciata. Ciò ha prodotto
scontento fra i connazionali, costretti a volte a fare lunghe file soltanto
per ottenere un turno. La situazione è poi aggravata dal fatto che, essendovi
in Italia un numero indeterminato di ecuadoriani in stato di illegalità,
stimato fra i 50 e i 100 mila, vi sarà un ulteriore aumento nella richiesta
di visti, specialmente se verrà approvato il disegno di legge
sull’immigrazione, attualmente allo studio del Parlamento, che prevede una
sanatoria per collaboratori domestici e per coloro che assistono anziani e
malati. Questo determinerà la richiesta di maggiori servizi da
parte degli ecuadoriani e distrarrà risorse umane dall’Ambasciata verso
tali servizi. Anche sul piano della diffusione ufficiale della lingua e
cultura italiana, a parte l’azione del Comitato della Dante Alighieri
sopra descritta, è da registrare una sempre maggiore latitanza da parte
delle nostre autorità competenti. L’Accordo Culturale, firmato dalla Senatrice Toia fin
dall’8 febbraio 1999 e prontamente ratificato dal Congresso Ecuadoriano,
nonostante i solleciti da parte della nostra Ambasciata, non è stato ancora
notificato dal Parlamento italiano. D’altro canto, il Lettore con incarichi extra
accademici in servizio a Quito fino al novembre 2001, che aveva intrapreso
un’efficace azione di insegnamento (organizzazione di 27 corsi di italiano
con oltre 350 studenti) e di programmazione culturale di elevato livello,
non è stato tuttora sostituito dal Ministero Affari Esteri. Si rischia così di vanificare un lavoro intrapreso
seriamente, che stava già dando ottimi risultati. Era stato inoltre richiesto un secondo Lettore per la
circoscrizione consolare di Guayaquil, dove la richiesta di apprendimento
dell’italiano presso le università locali è ancora più alta che a Quito,
ma non è stata neanche presa in considerazione. Ironia della sorte, secondo quanto comunicato dal
Ministero Affari Esteri all’Ambasciata, in conseguenza della mancata
entrata in vigore dell’Accordo Culturale (non ratificato da parte
italiana) anche il piccolissimo budget per manifestazioni culturali elargito
fino allo scorso anno, non é stato quest’anno assegnato”. AIE |