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CGIE: i lavori della Commissione Continentale per i Paesi dell’America Latina

L’intervento di Amedeo Gentile, Coordinatore “Azzurri nel Mondo” di Santo Domingo

Nella Repubblica Dominicana, necessario istituire un Comites che supporti l’Ambasciata

(AIE) Ai lavori della Commissione Continentale per i Paesi dell’America Latina, svoltisi a Curitiba (Paranà-Brasile) dal 15 al 17 aprile, sono intervenuti esperti del Brasile e di Paesi dell’area senza rappresentanza diretta nel CGIE (Bolivia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Paraguay, Repubblica Dominicana).

Pubblichiamo l’intervento di Amedeo Gentile, Coordinatore di “Azzurri nel Mondo” di Santo Domingo (Repubblica Dominicana).

 

“La collettività italiana residente nella Repubblica Dominicana, è di circa 3200 iscritti all’anagrafe degli italiani all’estero, ma c’è una grande quantità di connazionali residenti che, per i motivi più vari, non vivono costantemente nel Paese, ma che fanno parte a tutti gli effetti della popolazione residente (sono stimati, per difetto, in circa 15.000 persone).

La concentrazione maggiore di residenti è nella capitale Santo Domingo, ma anche nella parte est del Paese ed esattamente in Boca Chica, La Romana, Casa de Campo, ed una esigua quantità nella seconda città della nazione, Santiago de los Caballeros.

L’emigrazione italiana nella Repubblica Dominicana è decisamente anomala nella realtà centro-sudamericana, in quanto è una emigrazione recente, diciamo di prima generazione, massimo di dieci anni. Non abbiamo problemi di italiani indigenti, ed anzi sono persone nella maggior parte dei casi di buona posizione socio-economica. Il fenomeno della droga è decisamente contenuto, e normalmente è più legato al turista di passaggio che al residente, non ci sono discendenti di italiani nel Governo. Esistono tuttavia famiglie di italiani venute nei primi anni del novecento, che però hanno perduto completamente la cultura, la lingua ed anche l’interesse per l’Italia, ma che potrebbero essere molto importanti per una struttura di aggregazione, in quanto sono famiglie potenti e radicate  in tutti i settori vitali del Paese.

Ci sono quindi problematiche differenti proprio per la atipicità di questa emigrazione. Pensiamo per esempio alla mancanza di accordi bilaterali in tema di istruzione. Qualsiasi titolo scolastico, media inferiore, media superiore o universitario, non è riconosciuto. Questo limita completamente le potenzialità dei concittadini, che pur avendo terminato il proprio corso di studi in Italia, si vedono discriminati rispetto ad esempio alla comunità spagnola che invece ha già stipulato accordi bilaterali in questo senso. Non opera un Dipartimento di cultura, ma la già esistente scuola Dante Alighieri ne svolge le funzioni, ed il fatto che abbiamo una emigrazione “giovane” porta anche ad uno sparpagliamento ed a una mancanza di voglia di aggregazione da parte dei connazionali, ed anzi ad una volontà di allontanarsi il più possibile dalle istituzioni.

C’è invece un grande interesse nei rapporti commerciali tra Italia e Repubblica Dominicana, e la Camera di Commercio Italo-Dominicana, ben operante, svolge funzioni di collegamento e di supporto.

Credo assolutamente nella necessità di formare in tutta l’area dell’America Latina una rete di Comites, specialmente e sopratutto nei piccoli Paesi, che hanno una loro identità ben distinta, identità e realtà completamente diverse da Paesi enormi come Argentina e Brasile, ma identità che unite e collegate tra loro possono apportare un contributo notevole e che comunque rappresentano un numero di italiani residenti all’estero estremamente importante. Credo quindi che, oggi più che mai, sia importante, anche in Repubblica Dominicana, la creazione di un Comites che funga da supporto ed aiuto per l’Ambasciata, giacché la stessa non dispone neanche di un Consolato esterno (è nella stessa Ambasciata), Ambasciata nella quale cominciano i primi problemi importanti, visto il limitato numero di impiegati ed il crescente, grande interesse degli italiani che vengono a vivere in Repubblica Dominicana.

Prego quindi il CGIE affinché si faccia struttura portante e propositiva per la soluzione di questa mancanza così importante per la comunità italiana della Repubblica Dominicana”.

 

AIE