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SPECIALE COMMISSIONE CONTINENTALE CGIE PER I PAESI DELL’AMERICA LATINA (CURITIBA 15-17 APRILE) CGIE: i lavori della Commissione Continentale per i Paesi dell’America Latina L’intervento di Luigi Sansonetti, Presidente del Comites di San José (Costa Rica) Accordi bilaterali con i Paesi di adozione, per garantire agli emigrati l’esercizio dei diritti civili e politici AIE - Ai lavori della Commissione Continentale per i
Paesi dell’America Latina svoltisi a Curitiba (Paranà-Brasile) dal 15 al
17 aprile sono intervenuti esperti del Brasile e di Paesi dell’area senza
rappresentanza diretta nel CGIE (Bolivia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala,
Paraguay, Repubblica Domenicana). Pubblichiamo l’intervento di Luigi Sansonetti,
Presidente del Comites di San José (Costa Rica). “Come Presidente del Comites della Costa Rica da me
rappresentato, è un onore essere presente a questa Riunione della
Commissione Continentale CGIE dell’America Latina a Curitiba. Poco più di
un anno fa ho accettato la responsabilità di coordinare il lavoro di questo
giovane Comitato, quindi, per quanto riguarda l’aggettivo “esperto”
non è proprio il mio caso, ma ho ritenuto sempre opportuno assumere la
responsabilità d´essere il portavoce del nostro Comites in un momento così
importante nella storia degli italiani all’estero. Il prossimo 18 settembre si compiono i 500 anni
dell’arrivo del primo italiano sulle coste caraibiche di questo Paese
centroamericano. Gli italiani sono stati da moltissimi anni parte della
storia della Costa Rica, specialmente alla fine dell’Ottocento dove più
di un migliaio di lavoratori, dopo aver contribuito alla costruzione del
Canale di Panama, accettarono
di venire a lavorare per costruire la ferrovia che doveva unire Porto Limón
con la capitale San José. Secondo quanto afferma l´attuale Presidente
della Costa Rica, Dott. Miguel Angel Rodriguez, il 6% della popolazione
costaricense ha sangue italiano; più di duecentomila abitanti che si
sentono orgogliosi delle loro origini. Se parliamo degli italiani oggi
residenti ed iscritti all’anagrafe, sono solamente 3.200 ma secondo le
fonti ufficiali (Ambasciata d´Italia) i residenti non ancora iscritti sono
almeno altri 3.200. Dicevo all’inizio che stiamo vivendo un momento molto
importante nella storia degli italiani all’estero. Abbiamo raggiunto
obiettivi che dieci anni fa sembravano quasi impossibili: il riconoscimento
al voto, la futura elezione di Deputati e Senatori che rappresenteranno gli
italiani nel mondo, ma soprattutto oggi un Ministro degli Italiani nel Mondo
che si batte giorno dopo giorno per le problematiche di migliaia di nostri
connazionali. La realtà latinoamericana è sotto certi aspetti molto
diversa da Paese a Paese e non possiamo certamente chiudere gli occhi di
fronte alla terribile crisi economica dell’Argentina, dove le nuove
politiche regionali e del Governo italiano dovranno trovare gli strumenti e
le soluzioni urgenti e necessarie per contribuire a risolvere l’angoscia
di tanti emigrati. Per quanto riguarda la realtà centroamericana, dobbiamo
dire che, essendo Paesi piccoli, individualisti, con un accentuato
sentimento nazionalista, non riescono ad immettersi nel giro delle nuove
tendenze mondiali; si sente proprio il vuoto nella volontà politica di ogni
Paese per consolidare un’integrazione centroamericana che permetterebbe di
trovare migliori soluzioni per una popolazione che raggiunge oggi i
venticinque milioni di abitanti. E’ importante mettere in risalto la
presenza italiana in tutti e sette i Paesi centroamericani, dove però
dispiace notare che solo in Guatemala e Costa Rica sono stati istituiti i
Comites. Pochi giorni fa ho ricevuto la piacevole notizia dal nostro
Consigliere Dott.ssa Marina Piazzi, che è stato costituito un Comites
provvisorio nella Repubblica di El Salvador . Oggi, risolvere il problema di tutti gli emigrati non
dovrebbe tradursi nell’assicurare un posto di lavoro al loro ritorno in
Italia, anche perché questo sarebbe impossibile, ma si dovrebbe insistere
per raggiungere accordi bilaterali con i Paesi di adozione, per mettere in
condizioni l’emigrato di poter ottenere le necessarie garanzie per
l’esercizio dei suoi diritti civili e politici. Permettetemi di affermare
che, essendo consulente di una grande Società italiana per il Centro
America, ho potuto viaggiare continuamente in quest’area e mi rendo conto
che a volte quello che manca non sono le risorse, ma le idee per permettere
a questi conglomerati di uscire da un sottosviluppo che oggi dovrebbe
appartenere solo ai secoli scorsi. Commentavo prima che sono passati solo
cinquecento anni dalla scoperta dell’America ma, in realtà per i Paesi
dove viviamo il divario che esiste tra la nostra realtà rispetto ad altre,
è tuttavia abissale. Basti pensare all’Unione Europea che permette ai
propri cittadini dei singoli Stati di sentirsi “cittadini del mondo”.
Leggendo il brevissimo riassunto della relazione di intervento di apertura
del Dott. Franco Narducci, Segretario Generale del CGIE, nella Conferenza
Permanente Stato-Regioni-Province-Autonome-CGIE dello scorso mese di marzo,
condivido pienamente il suo messaggio che “gli italiani nel mondo sono
avamposti dell’Italia e delle Regioni italiane. L’Italia può affrontare
- continua il Sig. Narducci - le nuove sfide internazionali del terzo
millennio anche con lo spirito e l’immaginazione dei milioni di uomini e
donne che si avventurarono verso tante destinazioni lontane”. E proprio su
questo che dobbiamo puntare, “il valore di sentirsi italiani”, concetto
espresso dal Sindaco di Roma. Riaffermo la necessità di consolidare in tutta l’area
del Centro America l’unione di tanti italiani attraverso i Comites e colgo
quindi l’occasione per chiedere al nostro Consigliere, Signora Marina
Piazzi, di duplicare questi sforzi nella nostra regione, affinché riusciamo
nell’impresa di convincere, prima di tutto le Ambasciate, della necessità
di consolidare al più presto una vera rete di Comites in tutto il Centro
America, tenendo conto di quanto espresso dall’Art. 25, Comma 4, del testo
approvato dal CGIE del 21marzo 2002. Mi associo inoltre a quanto auspicato dal Presidente
della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Enzo Ghigo, e del Presidente
della VI Commissione CGIE, Elio Carozza, circa la necessità di ampliare
l’accesso degli italiani all’estero ai servizi previdenziali,
assistenziali e socio-sanitari, oltre che il potenziamento
dell’informazione di ritorno, la diffusione della lingua e della cultura
italiana, nonché l’elaborazione di specifiche politiche per i giovani. Da parte mia aggiungo l’importanza che vengano promossi
i necessari accordi intergovernativi nel campo del riconoscimento dei
titoli di studio. La Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo, realizzata
a Roma nel dicembre del 2000, si era aperta con lo slogan “gli italiani
che vivono il mondo colorano il mondo”, evidenziando lo spirito di
integrazione di noi italiani all’estero e per questo chiediamo al nostro
Governo darci l’appoggio e gli strumenti necessari, attraverso accordi
bilaterali indispensabili, per poter continuare a portare avanti quello
spirito avventuriero che ci permise scoprire il nuovo mondo. Vi ringrazio
per la vostra attenzione, augurando il successo di questa Riunione della
Commissione Continentale del Consiglio Generale degli Italiani
all’Estero”. AIE |