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Il Presidente Ciampi all’Accademia del Regno del Marocco Il terrorismo si sconfigge attraverso il consolidamento di governi rappresentativi e responsabili, la lotta alla povertà, il progresso economico e sociale Il Mediterraneo deve essere al centro degli interessi dell’Unione Europea (AIE)
“La storia dell’Italia è indissolubilmente legata al Mediterraneo nella
creazione artistica, nell’ampiezza dei traffici, negli scambi culturali,
nella consuetudine alla convivenza”. Lo ha detto il Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, tenendo una conferenza dal tema “Quale
Mediterraneo vogliamo”, il 16
maggio all’Accademia del Regno del Marocco, a Rabat. “ La dimensione
mediterranea - ha sottolineato il Capo dello Stato - arricchisce e completa
l’Unione Europea. Per le nostre due nazioni, il Mediterraneo significa
rispetto reciproco, familiarità e consuetudine derivanti dalla appartenenza
ad una simbiosi politica, economica, culturale. L’Italia crede che, in
un’Unione Europea allargata, il Mediterraneo deve essere al centro degli
interessi dell’Unione Europea. Il futuro del Mediterraneo, la prosperità
e il benessere dei Paesi della regione, passano attraverso la presa di
coscienza degli interessi, delle minacce e delle sfide comuni”. Dopo avere
ribadito che “il conflitto fra israeliani e palestinesi è una grave
ferita aperta all’obiettivo di creare una grande zona di stabilità
politica ed economica in tutto il bacino Mediterraneo”, Ciampi non ha
mancato di sottolineare che “il
terrorismo ha strumentalizzato, e strumentalizza, la fede dei credenti. Alla
condanna del terrorismo, prontamente levatasi da tutti gli ambienti
responsabili del mondo islamico, è ora tempo che si aggiunga senza
esitazioni la denuncia degli attentati contro civili. Esortare i giovani al
‘martirio’ è corruzione morale degli animi e complicità nello
sterminio di innocenti. Dobbiamo intervenire senza indugi - ha continuato il
Presidente Ciampi - sulle molteplici cause che alimentano il terrorismo, dal
fanatismo folle di pochi, alla povertà estrema delle masse, agli odi
istigati dai conflitti. Il terrorismo si sconfigge attraverso il
consolidamento di governi rappresentativi e responsabili, attraverso la
lotta alla povertà, il progresso economico e sociale. Il Marocco ne è un
esempio. La stabilità delle nazioni e il mantenimento della pace fra i
popoli - ha sottolineato ancora il Capo dello Stato - sono oggi impensabili
senza il radicamento della democrazia. Sviluppo e democrazia marciano di
pari passo. Libertà e diritti umani sono beni universali. L’intreccio di
popoli, di culture e di religioni, così intenso nell’area mediterranea,
crea ovunque minoranze, che spesso si sentono respinte, accerchiate,
minacciate. Vanno rassicurate. La protezione delle minoranze è essenziale:
negli ordinamenti interni, nei processi di integrazione, negli equilibri
regionali. L’Europa ha scommesso sul Mediterraneo”. Ciampi ha osservato
come sia forte il divario, economico e demografico, fra Europa, da una
parte, Nord Africa e Medio Oriente dall’altra. “Non vi può essere
equilibrio né stabilità duratura - ha
avvertito - senza un avvicinamento nelle condizioni di vita della
popolazione, nei livelli di reddito, nel tasso di industrializzazione e di
produttività, nella scolarizzazione, nella sanità. Il riequilibrio va
affrontato attraverso lo sviluppo economico e sociale in loco più che con
l’emigrazione da Sud a Nord”. Ciampi ha ricordato che “i dodici
milioni di immigrati nordafricani nell’Unione Europea sono una componente
rispettata della nostra società; la comunità marocchina in Italia, la più
numerosa, si fa apprezzare per operosità e laboriosità”. Tuttavia,
“l’emigrazione da Sud a Nord non può risolvere - ha detto Ciampi - né
il problema della povertà e dell’occupazione della maggioranza che rimane
in patria né quello complessivo della pressione demografica.
L’emigrazione va accompagnata, con ritmo crescente, dallo sviluppo degli
scambi commerciali, favoriti dalla apertura dei mercati e dal trasferimento
di capitali e tecnologie da Nord a Sud. La desiderata accelerazione del
miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi dell’Africa
settentrionale sta soprattutto nella promozione d’iniziative produttive.
Questo processo richiede lungimiranza da parte dell’Unione, impegno
dell’imprenditoria. Sta ai partners dell’Africa mediterranea - ha detto
- creare le condizioni indispensabili di quadro giuridico, di riforme
economiche, di legittimità democratica e di stabilità politica. Far
sorgere nei vostri Paesi stabilimenti per la produzione di beni con alto
contenuto di lavoro serve ad accrescere l’occupazione, ad elevare il
reddito e la domanda, ad ampliare il mercato interno, a rendere possibili
maggiori scambi con l’estero. E’ evidente il vantaggio per ambedue le
parti, l’apporto alla concordia fra i popoli”. Il Capo dello Stato ha
fatto poi osservare che gli investimenti diretti italiani in Marocco “sono
in aumento”. E rivolgendosi agli imprenditori italiani e marocchini ha
rilevato che “vi è spazio per una crescita ancora più sostenuta
attraverso la partecipazione italiana ai processi di privatizzazione. Più
presenza significa anche rendere partecipi le piccole e medie imprese del
Marocco al modello italiano dei distretti industriali e delle nostre piccole
e medie imprese, attraverso lo scambio di esperienze, l’individuazione dei
settori e l’attuazione di progetti. Tutto ciò non intende certo escludere
la continuazione dei flussi migratori: ma sta di fatto, al di là dei costi
umani per chi lascia la terra natale, che l’Europa, e l’Italia, hanno
una limitata capacità d’accoglimento e di offerta di decorose, stabili
prospettive di vita e di lavoro. Dobbiamo - ha ribadito il Ciampi -
combattere insieme l’immigrazione clandestina e il traffico di esseri
umani, pratiche inaccettabili e incompatibili con i valori e le regole,
consacrati, nell’Unione Europea, nella Carta dei Diritti Fondamentali. Gli
immigrati nel rispetto della legge devono essere consapevoli di avere
identiche garanzie giuridiche e sociali e di accettare le norme di condotta
comuni a tutti i cittadini europei. La parità di diritti e di doveri è la
risposta europea ai fenomeni di intolleranza, di razzismo e di xenofobia”.
Il Presidente ha concluso con un messaggio di speranza: “Guardo al nostro
futuro con fiducia. Credo nella
saggezza degli uomini e delle donne del Mediterraneo e nella loro volontà
di vivere insieme in pace e in serenità; guardo agli abitanti della sponda
sud del Mediterraneo come compagni di un’avventura sorretta da una storia
millenaria e incardinata in comuni obiettivi. Le nostre società conoscono
sia la tradizione sia la modernità. Esistono i mezzi, le risorse materiali
e intellettuali, per costruire un Mediterraneo di pace e di progresso. La
mia visita in Marocco mi rafforza nel convincimento che abbiamo la volontà
e la visione per costruire una comune unità di destini”. |