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CGIE: Intervento dell’Ambasciatore d’Italia a Stoccolma, Giulio Cesare Vinci Gigliucci (AIE)
Stoccolma si è messa l’abito da festa per accogliervi per questa Riunione
periodica della Commissione Continentale per l’Europa e il Nord Africa del
Consiglio Generale per gli Italiani all’Estero. Ed io mi unisco volentieri
alle celebrazioni per il 750° anniversario della città e a questo
splendido inizio dell’estate nordica per dare a tutti voi, ad ognuno di
voi, il mio più sincero e caloroso benvenuto. Sia ora in questa sala che
domani sera in Residenza consideratevi a casa vostra. Benvenuto innanzi
tutto all’amico Carlo Marsili, sotto la cui guida la Direzione Generale
per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del nostro Ministero
ha saputo ritrovare negli ultimi anni rinnovato impulso e più sensibile
attenzione nei confronti delle nostre collettività sparse nei diversi
continenti. La sua professionalità e il suo costante e appassionato impegno
sono i pungoli essenziali di questo positivo e dinamico processo. Voi sapete
che solo da pochi mesi ho iniziato la mia missione in questo Paese e sin dai
primissimi momenti ho seguito l’intensa corrente di dialogo intercorsa -
dopo la vostra riunione di Peterborough dello scorso ottobre - tra Parigi e
Stoccolma, tra il Vice Segretario Generale di Area Giovanni Farina e il
Consigliere CGIE per la Svezia Oscar Cecconi, che ha portato dapprima alla
scelta di questo Paese quale sede di questo incontro e quindi alla cura
della sua organizzazione. Ad entrambi vada il mio più cordiale saluto ed
anche il mio grato riconoscimento per la loro opera instancabile. Benvenuto
anche a te, caro Mario Fridegotto, che vedo ora nell’incarico di
Segretario Esecutivo del CGIE, dopo averti avuto in passato mio apprezzato
diretto collaboratore. Rivedo infine con piacere i Consiglieri Sociali delle
altre Ambasciate europee, molte facce amiche, direi, tutte facce amiche;
anche a voi benvenuti a Stoccolma. Durante il corso della mia carriera ho
sempre potuto cogliere in ogni Paese quale elevato patrimonio di stima e di
apprezzamento le nostre collettività abbiano ovunque saputo conquistarsi,
quale apporto di ingegno, di cultura e di imprenditorialità abbiano saputo
introdurre nelle società che le hanno accolte. Voi stessi, durante la
vostra pluriennale attività in seno alle associazioni più rappresentative
avrete più volte e dai più diversi livelli ascoltato espressioni di questo
vostro ruolo, di questo ruolo delle comunità che voi rappresentate, quali
attori di primo piano delle relazioni internazionali dell’Italia. Ed a
queste espressioni desidero anche io associarmi ancora una volta, in forma
totale e convinta. Alla luce delle mie precedenti esperienze consolari in
diverse aree, nutro il forte dubbio che nell’ascoltarle siete spesso
caduti nella tentazione di accoglierle sì con soddisfazione, ma a volte con
la sottile ironia di chi teme o crede che le parole non corrispondano ai
fatti, ai comportamenti decisionali. Ebbene, non cadete in questa
tentazione: se vi guardate indietro, con obiettivo distacco, vedrete che non
è così, e che invece il vostro lungo percorso, il susseguirsi di molte
battaglie, spesso - lo riconosco - ardue, non avrebbe condotto ai positivi
risultati via via raggiunti se la vostra azione non avesse trovato
comprensione e sostegno da parte delle istituzioni. E se ora guardate al
futuro, al proseguimento del percorso, sono certo - anche se non sta a me
fornire certezze in tal senso - che ancora una volta il Ministero degli
Esteri è pronto a fare la sua parte. Posso assicurarvi che, nel nostro
piccolo, questa Ambasciata, io stesso e il titolare della Cancelleria
Consolare Dottor Alberto Menichelli, siamo pronti a fare la nostra.
L’agenda delle vostre due giornate di lavoro si presenta densa ed
articolata, e la scelta dei temi in discussione (ruolo dei giovani e
struttura della rete consolare) dimostra la chiara visione con cui vengono
affrontate da voi le future prospettive della nostra presenza nel mondo,
specie se considerate alla luce del sospirato esercizio del diritto di voto.
Affrontate questi temi in profondità, contrapponete dialetticamente punti
di vista diversi, ma continuate a far prevalere con spirito costruttivo la
vostra volontà di dialogo e di collaborazione. Solo così sarà possibile
proseguire insieme in comunità di intenti e di obiettivi. Consentitemi il
più caldo appello in tal senso. Ancora
benvenuti a Stoccolma e buon lavoro. AIE |