News


N

e

w

s

13 febbraio 2002: i lavori dell’Assemblea Plenaria del CGIE - Intervento del Segretario Generale, Franco Narducci

(AIE) Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ringrazia e saluta i Parlamentari, i rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome presenti ai nostri lavori e ringrazia calorosamente il Ministro per gli Italiani nel Mondo, l’Onorevole Mirko Tremaglia, per l’indirizzo di saluto e la relazione del Governo, un atto prezioso che consente a questa assemblea di riflettere sulle iniziative e sull’azione politica dello Stato verso le comunità italiane nel mondo, ed anche di valutarne criticamente la qualità e la portata.

Questa assemblea ordinaria del CGIE segna anche la conclusione dell’intensa fase dei lavori preparatori della Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE, un appuntamento di straordinario significato, che dovrebbe aprire una pagina nuova nella definizione delle politiche attuate da Stato e Autonomie locali verso milioni d’italiani residenti all’estero. E la qualità dei documenti elaborati nei tavoli tematici, frutto di un’analisi intensa ma anche di un confronto aperto e costruttivo tra il CGIE e i rappresentanti delle istituzioni, credo che costituisca il punto di partenza più qualificato per portare la Conferenza sul terreno degli obiettivi da raggiungere e sulla definizione delle linee programmatiche, in ottemperanza all’articolo 17 della legge n. 198 del CGIE. Ci sono dunque le premesse e le condizioni per passare ad una fase nuova della politica verso le comunità italiane all’estero, per mettere a sistema la molteplicità d’interventi attuati dallo Stato e dalle Regioni e per valorizzare in modo adeguato e moderno il grande patrimonio di cultura, di sapere e di capacità imprenditoriale del nostro paese nel rapporto con la nostra rete di presenze nel mondo.

Ne abbiamo bisogno, lo testimoniano anche gli avvenimenti dolorosi di questi ultimi mesi. L’attentato terroristico alla città di New York prima e la tremenda crisi economica, politica e sociale che ha sconvolto l’Argentina poi, hanno evidenziato ancora una volta quanta italianità c’è nel mondo e quanto bisogno d’iniziativa vi sia di fronte a situazioni di una dimensione inimmaginabile fino a pochi mesi, anche se il crollo della “tigre asiatica” e la crisi brasiliana di qualche anno fa avevano messo sotto gli occhi del mondo intero le conseguenze perverse di una mobilità finanziaria senza confini e la fragilità delle borse valori di qualsiasi piazza di fronte a sconvolgimenti così rapidi e incontrollabili.

Colgo questa opportunità e la vostra presenza per esprimere al Governo, al Parlamento, alle Regioni italiane e a tutte le forze politiche il ringraziamento sincero del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per la solidarietà testimoniata, per le molteplici iniziative intraprese e per la mobilitazione di risorse avviate per far fronte all’emergenza Argentina, ed anche per manifestare il cordoglio alle famiglie che hanno perso i propri cari.

Molte testimonianze raccolte nel Parlamento italiano e rilanciate dai media hanno messo a fuoco l’insufficienza e l’inadeguatezza dei servizi consolari per dare risposta allo stato di necessità dei nostri connazionali in Argentina. Ne prendiamo atto, ma dobbiamo rimarcare con forza che le nostre battaglie a sostegno della presenza, dell’efficienza e della qualità dei servizi offerti dalla rete consolare nel mondo hanno riempito i cassetti e gli scaffali del Ministero degli Affari Esteri, e che i pareri espressi dal CGIE all’indirizzo del Governo, del Senato e della Camera hanno spesso sortito l’effetto contrario, cioè lo smantellamento e il depotenziamento dell’esistente, all’insegna di una ristrutturazione delle rete consolare da noi mai condivisa.

Abbiamo ripetutamente sottoposto ai Governi l’esigenza di aumentare la percentuale del PIL destinata al Ministero degli Affari Esteri, per avvicinare il nostro Paese alle risorse allocate nella gestione della rete estera da altre nazioni che fanno parte del ristretto gruppo delle grandi potenze economiche. I nostri appelli, di cittadini che vivono sulla propria pelle le inadeguatezze della rete consolare, sono rimasti quasi sempre inascoltati. Le code, le lungaggini, il dover attendere vari anni prima di avere risposta, ma anche il malumore degli operatori che si manifesta nel rapporto con i cittadini e negli uffici, delineano il tratto dei risultati conseguiti con la ristrutturazione della rete consolare.

L’emergenza Argentina, che se non interverranno elementi di stabilizzazione accelererà il processo di coinvolgimento dell’intera America Latina, ha rimarcato l’esigenza di un coordinamento forte delle iniziative attuate da Stato e Regioni se si vuole incidere sul raggiungimento degli scopi. Ed ha rivelato fenomeni nuovi come l’improvviso aumento di cittadini con passaporto italiano in Spagna, ovvero di nostri connazionali provenienti dall’America Latina, un fenomeno rilevato anche dal COMITES di Madrid, destinato ad ingrossarsi con indubbi effetti collaterali per la nostra rete consolare. Ma ha messo a nudo anche l’insufficienza dell’informazione o dell’informazione troppo spicciola, se è vero che si sono verificati casi di persone giunte in Italia dall’Argentina con le credenziali della discendenza italiana, ma che alla stregua degli immigrati regolati dai flussi d’entrata sono stati respinti.

COMITES e CGIE, riforme improrogabili

Questa Assemblea del CGIE è stata convocata essenzialmente per affrontare due nodi di fondamentale importanza:

1.     la riforma della Legge dei COMITES e l’istituzione dei CONSITES - i consigli degli italiani all’estero - un provvedimento ampiamente dibattuto nella precedente legislatura, arenatosi in dirittura d’arrivo a causa dello scioglimento del Parlamento.

2.     la riforma della legge n. 198 del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che ci obbliga a fare passi avanti nella riflessione e nel dibattito, che all’estero hanno trovato cittadinanza anche in seno alle forze politiche e alla rete associazionistica.

Sul versante della riforma della Legge dei COMITES voglio richiamare alcuni passaggi determinanti per il percorso. Avevamo deciso di chiedere i rinvio delle elezioni per il rinnovo degli attuali COMITES in base ad una decisione politica, andare cioè al rinnovo con la nuova legge, e ad una di ragione pratica, cioè la bonifica delle anagrafi e lo spazio di tempo necessario per mettere in moto la macchina organizzativa

Il Governo aveva accolto la nostra richiesta ed emanato il decreto di rinvio presentato dal Ministro Tremaglia. Abbiamo il compito ora di sostanziare le proposte che il CGIE intende presentare al Parlamento, affinché si dia corso al più presto e nei modi dovuti all’iter di approvazione del Disegno di Legge. Siamo coscienti, infatti, che l’organizzazione delle votazioni per il rinnovo dei COMITES dovrà essere avviata al più tardi all’inizio di ottobre 2002 e che a questo punto non possiamo ipotizzare di andare al rinnovo con la vecchia Legge.

Altrettanto importante e urgente è la nostra riflessione sulle modifiche della Legge del CGIE, che dovrebbe concludersi nello spazio di due, tre mesi. Si può rilevare che anche nei lavori dei tavoli tematici per la Conferenza Stato - Regioni - Province autonome - CGIE il tema della rappresentanza degli italiani all’estero è emerso con insistenza. Non vi è dubbio che la definitiva approvazione della legge per l’esercizio del voto all’estero e le modifiche costituzionali per l’ordinamento federalista dello Stato italiano legittimano una riflessione ponderata sulla rappresentanza degli italiani emigrati.

Non intendo premettere valutazioni e giudizi al dibattito dell’Assemblea, ma vorrei sottolineare che il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero dovrà continuare ad esercitare un ruolo ampio di raccordo tra la rappresentanza parlamentare, le Regioni e le comunità italiane sparse nel mondo con gli organismi di rappresentanza di base e con la rete associazionistica. In questa direzione dovremo discutere le modifiche che dovranno consentire al CGIE una maggiore capacità operativa e la rappresentanza al suo interno dei nuovi protagonisti istituzionali della politica verso l’emigrazione.

L’azione del Governo

Le notizie su nuovi tagli al personale docente di ruolo nei corsi di Lingua e Cultura italiana, che ci sono giunte in questi ultimissimi giorni, in via del tutto informale, ripropongono in termini estremi la situazione delle iniziative scolastiche all’estero. Manifestiamo con forza sdegno e delusione per l’azzeramento di 48 posti di lavoro, in larga misura docenti oltre ad amministrativi, interamente a danno dei corsi. Infatti, non si è ancora spento l’eco delle polemiche suscitate non molti mesi fa dall’analoga manovra che aveva portato al congelamento di un gran numero di posti di lavoro, una manovra fortemente penalizzante che aveva danneggiato l’immagine dei corsi e in un gran numero di Paesi aveva scombussolato l’inizio dell’anno scolastico e creato disservizi pesanti, dai quali soltanto ora si sta faticosamente uscendo.

Dobbiamo anche constatare ancora una volta con delusione, la mancanza d’informazioni all’indirizzo del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, visto che a quanto pare lo smantellamento dei posti di lavoro è già stato comunicato alle parti sociali, senza che sia stato richiesto il parere del CGIE.

Abbiamo indirizzato la nostra protesta a Lei, caro Ministro Tremaglia, ed anche al Presidente del Consiglio, perché riteniamo ingiusta e ingiustificabile questa decisione. Non accettiamo che si privilegi l’insegnamento della lingua italiana ai cittadini stranieri a scapito dei figli dei nostri connazionali. Potenziare il contingente dei lettori a danno dei corsi di lingua e cultura italiana non può essere l’obiettivo di una politica culturale che dichiara in ogni occasione di voler valorizzare le nostre comunità.

In questa intricata materia occorre rimettere ordine al quadro legislativo e alle relative risorse; un motivo in più per chiederLe caro Ministro, il pieno coinvolgimento del CGIE nella riforma della Legge 153.

Buon lavoro a tutti.

 

AIE