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Il Ministro Tremaglia al Convegno “Immagine e Identità degli Italiani” I connazionali all’estero sono una ricchezza straordinaria e i loro diritti sono intoccabili Riconoscimento dei minimi pensionistici o non resterò al Governo un minuto di più (AIE) Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia, ha preso
parte, venerdì 15 novembre scorso, al Convegno “Immagine e identità
degli Italiani”, organizzato dal “Centro Studi F. De Sanctis” diretto
dal direttore del quotidiano “L’Opinione”, Arturo Diagonale, e dalla
Provincia di Roma. Illustrando, davanti alla folta platea convenuta presso
il Centro Stampa Giubileo di via Porta Castello, le attività del Dicastero
da lui presieduto, Tremaglia ha rilevato come “la lunga battaglia a favore
degli italiani all’estero, troppo spesso dimenticati da una classe
politica indifferente e piegata alle logiche di potere, deve essere portata
avanti senza abbassare la guardia”. Se infatti da un lato, secondo quanto
ha rilevato il Ministro, c’è la storica vittoria del 20 dicembre 2001,
quando è stata definitivamente approvata dal Parlamento la legge che ha
riconosciuto il diritto di voto per gli italiani all’estero, dall’altro
c’è la recente amarezza per le difficoltà di far ottenere loro i minimi
pensionistici: “Il Governo - ha spiegato Tremaglia - si è formalmente
impegnato alla Camera facendo proprio un Ordine del Giorno. Ora tocca al
Senato approvare l’emendamento. Se ciò non avverrà, non avrebbe senso,
per me, restare al Governo un minuto di più”. Al di là delle pur gravi problematiche politiche sul tappeto,
l’intervento del Ministro è stato un autentico “inno all’italianità”.
Richiamandosi anche ad un libro che, recentemente, ha ricostruito nei
dettagli gli atteggiamenti di autentico razzismo di cui i nostri emigrati
sono stati vittime nel secolo scorso, Tremaglia ha affermato che “simili
aggressioni spaventose testimoniano tutta la sofferenza e l’umiliazione
che, per lunghi anni, essi hanno dovuto subire”. Una storia interminabile
di soprusi, una vera Via Crucis riassunta, in tutta la sua drammaticità,
dalla tragedia nella miniera di Marcinelle, in Belgio, dove, l’8 agosto
1956, morirono 136 lavoratori italiani. “Una strage - ha spiegato
Tremaglia - frutto del perverso contratto carbone-uomini stipulato fra
Italia e Belgio. Da quest’anno, per iniziativa del mio Ministero, l’8
agosto è la Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel
Mondo. Per sempre, quel giorno, faremo memoria degli inenarrabili sacrifici
che i nostri connazionali hanno saputo compiere nei Paesi che li hanno
accolti”. Ancora una volta, sull’onda di queste annotazioni, il pensiero
del Ministro si è rivolto alle centinaia di disperati che ora approdano
sulle nostre coste: “L’accoglienza - ha ribadito Tremaglia - è un fatto
di umanità e di civiltà a cui non possiamo sottrarci. L’unico limite
accettabile è quello della legalità”. Il Ministro per gli Italiani nel
Mondo non ha poi rinunciato a soffermarsi nel dettaglio sui progetti a cui
il suo Dicastero sta lavorando per promuovere l’immagine dei connazionali
lontani in Italia. “La conoscenza - ha detto - è necessaria. E l’Italia
ufficiale e politica, troppo spesso così distratta, deve sapere che cosa i
nostri fratelli emigrati sono riusciti a realizzare in ogni parte del mondo.
Italia vuol dire strade, scuole, ospedali, servizi, progresso e civiltà.
Tanto più preziosi perché conquistati a prezzo di lacrime e sangue”.
Oggi l’Altra Italia è costituita da 4 milioni di cittadini e da 60
milioni di oriundi; 351 deputati di origine italiana siedono nei Parlamenti
di tutto il mondo; il 15 per cento dei sindaci Usa è italoamericano;
l’indotto annuo a favore dell’Italia da parte degli Italiani nel mondo
è stato calcolato in 191mila miliardi di vecchie lire. Di fronte ad un
mosaico così complesso è scaturita l’idea di una serie di convegni che,
a partire da quello sul diritto di voto, accenderanno poi i riflettori sui
diversi settori dell’impegno degli italiani nel mondo: scienziati,
ricercatori, economisti, giornalisti, imprenditori, ristoratori, missionari,
giovani, donne e così via. E poi, naturalmente, la convenzione con la Rai
per la “televisione di ritorno”, affinché le tre reti del servizio
pubblico diventino cassa di risonanza delle straordinarie capacità degli
Italiani all’estero. Senza dimenticare, come ha sottolineato lo stesso
Ministro, “l’ultima sfida: quella per portare a 10 miliardi di vecchie
lire i contributi alle testate giornalistiche italiane nel mondo”. “Il
Ministero per gli Italiani nel Mondo - ha affermato ancora - predica e vive
nell’italianità. La stessa che mi avvolge con il suo abbraccio ogni volta
che vado all’estero, da El Alamein, dove fu supremo e indimenticabile il
valore di tutti i soldati che vi combatterono, a Toronto, dove ho visto
30mila ragazzi sventolare il Tricolore, da Marcinelle, appunto, a New York,
dove, lo scorso ottobre, ho sfilato lungo la Quinta Strada come Ospite
d’Onore del Columbus Day”. E proprio mentre alle sue spalle scorrevano
le emozionanti immagini di un video registrato in quell’occasione,
Tremaglia ha concluso: “In oltre 30 anni di vita parlamentare ho scoperto
e fatto mio questo sogno, questa straordinaria visione che sono gli Italiani
all’estero. Essi sono, oggi e sempre di più, la mia famiglia. Sulla mia
pelle ci sono le cicatrici di tante sconfitte e di tanti dolori; ma, a
lenirli, c’è l’affetto che mi ha sempre circondato, enorme e
incondizionato. Ho creduto e seguiterò sempre a credere alla causa degli
Italiani nel mondo. Per questo condurrò fino in fondo la mia battaglia”. |