News


N

e

w

s

Finanziaria 2003: passa al Senato un emendamento restrittivo sui minimi pensionistici per gli italiani all’estero

Tremaglia:”Violata la Costituzione. Continua la discriminazione nei confronti degli italiani nel mondo”

La solidarietà dell’opposizione al Ministro per gli Italiani nel Mondo

(AIE) Quella tra venerdì e sabato è stata una vera e propria “notte dei coltelli”, come l’ha definita il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, che ha seguito fino alla fine le traversie della “sofferta” Finanziaria 2003 in Senato. Una manovra economica, che ora passa alla Camera, nella quale è contenuto un importante provvedimento per gli italiani all’estero: la corresponsione della differenza fra i 123,77 euro erogati dall’Inps e i 516,46 euro previsti dall’innalzamento del minimo pensionistico.

Ma, c’è un “ma”. L’emendamento originario, per il quale il Ministro Tremaglia si è battuto fino all’ultimo e che era stato sostenuto anche dal CGIE in sede di Assemblea Plenaria, è stato snaturato. E’ stato infatti inserito dalla maggioranza - sulla base del parere fornito dalla Commissione Bilancio - un requisito del quale non vi era nemmeno l’ombra nella precedente versione dell’emendamento:il versamento minimo di dieci anni di contributi. Il che restringe fortemente il numero di coloro che potranno beneficiare dell’adeguamento. E non sono valsi gli appelli in Aula del Ministro “a votare secondo coscienza, ed eventualmente per parti separate (l’emendamento, ndr) per eliminare l’evidente discriminazione contenuta nell’ultimo periodo dell’emendamento a danno degli italiani del mondo, che rappresentano una realtà molto importante e che dalla politica richiede un lavoro comune al di sopra delle parti e dei partiti”. Come non è valso il sostegno dell’opposizione all’emendamento stesso e alla dura posizione assunta dal Ministro. Tra gli altri, il Senatore Battafarano (DS-Ulivo) ha parlato di “beffa nei confronti di tanti pensionati all’estero” e di “solitudine del Ministro Tremaglia all’interno di questo Governo”, mentre il Senatore Danieli, responsabile per gli italiani all’estero della Margherita, sottolineando la sua forte contrarietà al nuovo, “devastante” emendamento, ha espresso solidarietà al Ministro, “fiore all’occhiello di questo Governo, fiore all’occhiello che questo Governo probabilmente non si merita”.

Il Ministro ha rilevato la forte discriminazione inserita nella misura. “L’emendamento (il 26.2000, ndr) nella sua ultima formulazione rappresenta un’evidente discriminazione ai danni degli italiani all’estero, i quali invece dopo il riconoscimento del diritto di voto hanno gli stessi diritti degli italiani residenti in Italia”, ha ribadito il Ministro ai Senatori evidenziando che “se gli italiani all’estero per beneficiare dell’integrazione della pensione devono rispettate requisiti non richiesti agli altri cittadini (il pagamento di dieci anni di contributi), allora si tratta di una vergognosa discriminazione ai loro danni. Nonostante la grande disponibilità dimostrata, rinviando al 2003 l’applicazione dell’integrazione, tenendo conto del parametro del costo della vita nei diversi Paesi, agli italiani all’estero sono stati ridotti i fondi senza che il Ministro competente ne fosse stato informato”, ha protestato Tremaglia sollevando forti dubbi di costituzionalità riguardo al nuovo provvedimento. Tanto è vero che, sia nell’emiciclo sia a votazione avvenuta, il Ministro, pur prendendo “atto delle promesse finali”e augurandosi che “vi siano nuovi provvedimenti legislativi”, ha deciso di informare il Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio di quanto accaduto “anche dal punto di vista del rispetto dei diritti costituzionali e circa la compatibilità delle mie responsabilità e del mio impegno in questa situazione”.

Il Ministro è tornato dunque a minacciare le proprie dimissioni. Comprensibilissima l’amarezza di Tremaglia che ha fatto delle battaglie per garantire ai connazionali all’estero gli stessi diritti dei cittadini in Patria la ragione della sua vita. “Al Senato - ha dichiarato fuori dall’Aula - ho compiuto il mio dovere nella tutela assoluta degli italiani all’estero. Rivendico ancora una volta che gli italiani nel mondo hanno gli stessi diritti degli italiani in Italia e debbono avere la stessa maggiorazione sociale, così come previsto per i cittadini che risiedono in Italia. Ma - ha rilevato amaramente - nonostante le promesse della vigilia e la disponibilità dei Gruppi parlamentari, al di sopra delle posizioni di parte, questo non è avvenuto. La discriminazione è continuata, purtroppo con pesanti ripercussioni anche sul piano della costituzionalità del provvedimento approvato”.

 

Simonetta Pitari