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Intervento di Franco Narducci, Segretario Generale CGIE (AIE) Signor Ministro degli Affari Esteri, Signor Ministro per gli Italiani nel mondo, Signori
Parlamentari, Signori rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali,
Signor Segretario Generale della Farnesina, Signori Direttori Generali Signore e Signori, Sono
lieto di rinnovare al Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini le
congratulazioni del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per
l’alto incarico di governo che gli è stato affidato, unitamente agli
auguri di successo nell’affrontare gli snodi cruciali dell’attualità
internazionale e nel portare avanti una politica estera incisiva, capace di
offrire al mondo intero un contributo alle prospettive di pace, di
sicurezza, di sviluppo e di rispetto dei diritti umani. Obiettivi che
sentiamo profondamente nostri, perché con la nostra presenza in ogni parte
del mondo abbiamo contribuito, spesso a caro prezzo e con grandi sacrifici,
ad abbattere barriere, diffidenze e ostilità. Questa assemblea plenaria
sottopone all’attenzione del Governo e del Parlamento numerose questioni
di grande rilievo, sicuramente non nuove perché in quest’ultimo anno
hanno impegnato costantemente e con intensità il CGIE. Infatti, oltre
all’organizzazione della Conferenza Stato -Regioni - Province autonome -
CGIE e al lavoro successivo per la produzione del materiale utile al
soddisfacimento dei dettati della Conferenza stessa, non abbiamo mai perso
di vista i processi legislativi che toccano con forza le comunità italiane
nel mondo. A questa categoria di attenzioni è lecito iscrivere in primo
luogo i COMITES, gli organismi elettivi di rappresentanza degli italiani
all’estero la cui nascita era stata accompagnata da un grande entusiasmo e
dal sostegno genuino dell’associazionismo storico. Su tali sentimenti
hanno preso da tempo il sopravvento frustrazioni e senso d’impotenza al
cospetto dell’assoluta scarsezza di mezzi e di strumenti operativi, e
qualche volta di fronte all’insensibilità o ostilità
dell’amministrazione. I COMITES soffrono di tante cose ma soprattutto
dell’esiguità dei mezzi finanziari e dell’estremo ritardo delle poche
risorse a loro dirette, uno stato di cose che il CGIE ha denunciato per
l’ennesima volta poche settimane or sono con una lettera indirizzata ai
Ministri Frattini e Tremaglia e ancor prima in sede di parere obbligatorio
nella Legge Finanziaria 2003. Legge
di riforma dei COMITES Le
procedure per accelerare l’erogazione dei fondi e l’accentramento dei
finanziamenti dei COMITES in un unico capitolo di spesa gestito dalla
Direzione Generale degli italiani all’Estero e Politiche Migratorie
potranno, se attuati, migliorare considerevolmente il funzionamento di
questi organismi. Ma per assicurarne operatività e possibilità di
intervenire sulle questioni di rilievo riguardanti le collettività italiane
emigrate occorrono strumenti che l’attuale legge istitutiva non offre.
Occorre anche ridefinirne i compiti, soprattutto alla luce dei grandi
cambiamenti che hanno attraversato molte nazioni dove risiedono i nostri
connazionali, dei processi d’integrazione, della forte mobilità
geografica e professionale che caratterizza i mercati del lavoro. Forti di
tali convinzioni, abbiamo lavorato durante vari mesi ad un progetto di
riforma della Legge istitutiva dei COMITES, attivando anche un processo di
consultazione a livello mondiale. Nello scorso mese di marzo abbiamo
approvato uno schema della Legge di riforma, trasmettendolo poi al Governo e
ai Gruppi Parlamentari affinché fosse instradato nell’iter legislativo e
portato ad approvazione in tempo utile per il rinnovo dei COMITES alla
scadenza del loro mandato, prevista al 30 giugno 2003. Il nostro impegno non
ha purtroppo riscosso solerti attenzioni, visto che il testo approvato dal
CGIE ha subito modifiche inaccettabili da parte dell’Ufficio Legislativo
del MAE e non ha ancora superato il concerto interministeriale dei Ministeri
interessati. Il Comitato di Presidenza del CGIE è fermamente convinto che
le elezioni per il rinnovo dei COMITES debbano essere indette nei tempi e
nei modi dettati dalla scadenza del 30 giugno 2003 ed auspica quindi che
l’assemblea fornisca un’indicazione chiara al Governo che, volendo, ha
ancora il tempo per portare ad una rapida approvazione il disegno di Legge. Promuovere
la lingua italiana, riformare la Legge 153/1971 Al
Governo chiediamo che affronti con altrettanta decisione la riforma della
Legge 153 del 1971. Dopo un avvio molto deciso, che prometteva di cancellare
in un colpo solo il ritardo ventennale della riforma di questa
importantissima Legge, l’Ufficio Legislativo ha bloccato l’iter del
testo di riforma. Dobbiamo
ribadire ancora una volta le risoluzioni della 1^ Conferenza degli italiani
nel mondo e quelle più recenti assunte in sede di Conferenza Stato -
Regioni - Province autonome - CGIE, che hanno rimarcato ancora una volta la
necessità di recuperare la cultura della memoria per dare visibilità alla
storia dell’emigrazione, ed anche di quanto sia importante approfondire la
relazione che intercorre tra la cultura e la scoperta o riscoperta delle
radici, soprattutto in un contesto di uniformazione globale che coinvolge
anzitutto le terze e quarte generazioni. Con i
Piani Paesi abbiamo creato uno strumento significativo per affrontare le
situazioni nella loro specificità e soprattutto in una prospettiva
armonica. Ma questo positivo passo in avanti rischia di essere vanificato
dall’assenza di una incisiva politica culturale, adeguata al nostro grande
patrimonio e alla forte domanda che si registra ovunque all’estero. Abbiamo
il dovere, infatti, di dare anzitutto risposta alla necessità più volte
denunciata di nuovi strumenti normativi, di snellire le procedure contabili,
di certificare gli standard qualitativi e di rendere più sicuri e rapidi i
finanziamenti. La
riforma della legge 153 riveste priorità assoluta per mettere riparo a
situazioni scandalose che si registrano in molti Paesi, di fronte a
manifeste e gravi violazioni della legislazione del lavoro. È
inaccettabile, infatti, che il personale docente degli interventi scolastici
affidati agli Enti Gestori debba attendere vari mesi per la remunerazione
del lavoro svolto; una situazione abnorme, imputabile ai ritardi cronici con
cui lo Stato italiano eroga i contributi destinati alle attività
scolastiche. Le forme ibride che disciplinano allo stato attuale
l’inquadramento contrattuale dei docenti occupati negli interventi
scolastici per i figli dei cittadini italiani, sono anche alla base di
evidenti disuguaglianze a parità di prestazioni, che soltanto un riassetto
normativo adeguato potrà eliminare. Il CGIE invita quindi il Governo e
l’Amministrazione ad aprire con sollecitudine un tavolo tecnico per la
riforma della 153, al quale confidiamo sarà invitato anche il CGIE. Sul
piano della promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana
abbiamo apprezzato lo spirito di apertura che molte Ambasciate hanno
manifestato nella stesura dei Piani Paesi, una condizione che potrà
produrre maggiori frutti e garantire più chiarezza e trasparenza se le
rappresentanze dell’emigrazione e le parti cointeressate saranno
consultate già in fase di impostazione ed elaborazione dei Piani Paesi. In
ogni caso, vogliamo rinnovare anche in questa assemblea l’invito a
completare il quadro del personale scolastico dirigente per garantire la
l’efficacia e la qualità degli interventi scolastici. Conferenza
dei giovani, un impegno che dobbiamo onorare Sempre
sul versante delle iniziative che devono avere uno sbocco a livello
legislativo, è continuato il nostro impegno per la realizzazione della
“Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo”, un
obiettivo che rientra tra le risoluzioni della 1° Conferenza degli italiani
nel mondo celebrata esattamente due anni fa. Proprio in questi giorni,
infatti, abbiamo inoltrato all’Ufficio Legislativo del gabinetto del
Ministro degli affari esteri e del Ministro per gli italiani nel mondo uno
schema rielaborato del Disegno di Legge - invero molto semplice - unitamente
alla relazione illustrativa, alla relazione tecnica e tecnico normativa, e
al preventivo di spesa. L’attenzione
del CGIE verso il mondo giovanile italiano si è manifestata sul piano
concreto anche con l’indagine che tre istituti di ricerca stanno
realizzando in sedici Paesi del mondo, di cui parleremo nel corso di
quest’assemblea, e con lo spazio di discussione e di riflessione riservato
al progetto in alcune riunioni delle nostre Commissioni continentali. D’altronde,
credo che ognuno di noi abbia ancora in mente le parole straordinariamente
significative pronunciate nella 1° Conferenza degli italiani nel mondo dal
Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi, con il richiamo all’impegno di
vivere con intensità l’identità italiana nei valori morali e
nell’unica continuità storica. “Chi è italiano, porta la propria
origine con orgoglio anche a distanza di generazioni” aveva affermato il
Presidente. Il
nostro progetto ha suscitato un vivo interesse anche tra le Regioni
italiane: alcune di esse hanno offerto supporto per l’organizzazione della
Conferenza dei giovani e disponibilità ad ospitarla. Ci
rivolgiamo allora alle delegazioni del Parlamento qui presenti affinché ci
aiutino a rendere più celere l’iter di approvazione della Legge,
ricordando anche che la copertura finanziaria è assicurata nella Legge
Finanziaria 2003 Stato-Regioni-Province
autonome-CGIE In tema
di Conferenze, devo richiamare la grande disponibilità che molti
rappresentanti delle Regioni, delle autonomie locali e dello Stato hanno
offerto al CGIE fin dallo scorso mese di aprile, unitamente ad un impegno
incessante per dare seguito e risposte alle risoluzioni della Conferenza
Stato-Regioni-Province autonome-CGIE. Desidero ringraziarli tutti con un
applauso per la collaborazione offerta. Come
noto il Gruppo di lavoro ha esaurito il proprio compito ed ha presentato
all’attenzione del Presidente del Consiglio, dei Ministri, dei Presidenti
delle Regioni, delle Province autonome e dell’Amministrazione la
documentazione elaborata che vuole rappresentare una piattaforma operativa,
secondo anche le indicazioni scaturite nell’Assemblea Plenaria dello
scorso mese di luglio. Avremo modo di parlarne diffusamente durante questa
assemblea, soprattutto per gli indirizzi che si vorranno dare alla
Conferenza e per l’intreccio con il progetto di riforma della Legge
istitutiva del CGIE che detti indirizzi indubbiamente comportano. In
questa relazione del Comitato di Presidenza all’attenzione
dell’assemblea desidero richiamare in sintesi gli obiettivi della
Conferenza cui il gruppo di lavoro ha adempiuto: Schema
di Legge di principi, cui si dovrà attenere la competenza legislativa
regionale in materia di rapporti con le proprie comunità all’estero. Schema
di Legge sul Fondo Nazionale, che in ogni caso acquista carattere di urgenza
dal momento che la Legge Finanziaria 2003 ha già previsto un accantonamento
di fondi al riguardo. Bozza
di emendamenti al DDL sullo sportello per l’internazionalizzazione, di cui
si sottolinea una non maggior urgenza dovuta all’iter legislativo già
avviato. Indirizzi
per la Legge di riforma del CGIE e della Conferenza Permanente. Costituzione
del Segretariato, un obiettivo da realizzare e soddisfatto transitoriamente
dal gruppo di lavoro che aveva preparato la Conferenza. Non
intendo anticipare il dibattito che seguirà, ma desidero ribadire
l’esigenza che molti avevano sottolineato nella fase di preparazione della
Conferenza e cioè l’esigenza di una politica per l’emigrazione capace
di aggredire i nodi di fondo e soprattutto di collocarsi in una dimensione
prospettiva futura mantenendo forte il legame con la rete di presenze
italiane nel mondo. Signor
Ministro Frattini, Signor Ministro Tremaglia, Signori
Parlamentari, Come
tutti gli italiani seguiamo intensamente anche dall’estero le vicende
economiche del nostro Paese e le difficoltà che sono anche delle nazioni in
cui viviamo, poiché fatte salve poche eccezioni stiamo attraversando una
fase recessiva mondiale. La Legge finanziaria 2003 che il Parlamento si
appresta ad approvare definitivamente non può ad ogni modo penalizzare i
capitoli di spesa riguardanti l’emigrazione, poiché non basta più
ripetere che la comunità italiane all’estero sono una “risorsa
strategica” e costituiscono un alto potenziale economico. Nel
parere espresso dal CGIE sulla Legge finanziaria 2003, avevamo richiamato
che accanto ai diritti di cittadinanza e alla tutela che lo stato deve
garantire a tutti gli italiani - anche a quelli residenti all’estero -,
gli stanziamenti destinati alle comunità italiane emigrate devono
contribuire a creare dove non esiste, e a preservarlo dove è presente, un
vantaggioso sistema di relazioni con l’Italia, che però si deve
configurare in un doppio binario di andata e ritorno coniugando anzitutto i
valori e la storia dell’emigrazione con le capacità imprenditoriali
esistenti in Italia e con il vasto patrimonio culturale italiano. Dalla
qualità e dall’intensità di dette relazioni dipendono aspetti
fondamentali che incidono sulla bilancia commerciale e dei pagamenti
italiana, come il turismo di ritorno, le rimesse dirette e gli investimenti,
il mercato diretto e indiretto di beni e servizi italiani all’estero,
l’emigrazione tecnologica. Ho
voluto concludere questo intervento richiamando l’importanza che i
capitoli di spesa della Finanziaria rivestono per le nostre comunità e per
l’ltalia, nella consapevolezza che la posta in gioco è alta. Signor
Ministro Frattini, avviandomi
a conclusione, devo sottolineare l’importanza della Direzione Generale
degli Italiani all’Estero e Politiche Migratorie per tutte le vicende e le
questioni che riguardano l’attività del Consiglio Generale. Ringraziamo
sinceramente il Ministro Ronca che da vari mesi guida la Direzione Generale
ed ha mantenuto il costruttivo rapporto con il CGIE. Vogliamo
augurare che sia ufficializzata al più presto la nomina del Direttore,
prendendo in considerazione anche l’esperienza diretta dell’intera
materia emigrazione. Buon
lavoro a tutti. AIE |