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La Commissione Continentale CGIE per l’Europa e il Nord Africa, riunitasi a Peterborourgh, nel Regno Unito, nei giorni 18 e 19 ottobre, ha approvato all’unanimità la Relazione su "Lingua e Cultura Italiana". La Commissione Continentale Europa e Nord Africa, "tenendo conto delle relazioni ed in particolare delle varie realtà locali che confermano le analisi dalla Prima Conferenza degli Italiani all’Estero, prende atto del crescente interesse per la Lingua e la Cultura italiana e ciò non solo da parte della comunità italiana. La promozione della lingua e cultura italiana deve essere concepita pertanto non solo per le generazioni dei giovani italiani, ma rispondere anche alla domanda sempre più crescente da parte di non italiani. In alcune realtà forte è il disagio di integrazione scolastica che si traduce nell’insuccesso e nei ritardi nel curriculum di formazione, il che richiede di intervenire con appositi moduli di sostegno al fine di evitare il "parcheggio" di bambini italiani nelle scuole differenziali. In un Europa dei popoli dove ogni lingua e cultura deve sentirsi pienamente a casa, il nostro promuovere lingua e cultura "in emigrazione" significa aiutare le persone a vivere appartenenze multiple senza conflittualità. A chi spetta portare avanti questa politica? La Commissione ritiene che quanto detto non può che essere una responsabilità politica dello Stato italiano. La Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE dovrà definire lo strumento per meglio indirizzare e responsabilizzare le Istituzioni della Repubblica Italiana. La Commissione pertanto non può accettare la pericolosa involuzione, ormai da anni, da parte del Governo e del Parlamento dei sistematici tagli finanziari in ambito linguistico e culturale. Si ritiene inoltre necessario che la politica per i corsi di lingua e cultura italiana all’estero, venga definita , programmata e coordinata da un’unica cabina di regia che comprenda le diverse amministrazioni dello Stato ed i servizi competenti in materia, come d’altronde richiesto dal Convegno di Montecatini e dalla Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo. Occorre altresì, e con urgenza, una legge quadro che reimposti ed aggiorni la relativa politica nel rispetto delle singole aree. Per portare avanti queste profonde e necessarie innovazioni si rivela urgente un cambiamento culturale da parte dell’Italia che non deve più giudicare la sua diaspora in un’ottica assistenzialistica o semplicemente come una cassa di risonanza ideale per smerciare prodotti italiani. Il ruolo degli Enti Gestori La Commissione auspica che lo Stato assuma in primis il compito della messa in opera di queste politiche e si appoggi agli Enti Gestori nelle realtà dove non è possibile o se più efficace. La Commissione considera che l’Amministrazione dello Stato debba periodicamente monitorare l’opera degli Enti Gestori e verificare la qualità dei servizi prestati. Ciò permetterà di affidare ai più qualificati la gestione di tali politiche con una conseguente riduzione degli enti attualmente operanti. Inoltre è essenziale assicurare la massima trasparenza anche nei confronti degli organi rappresentativi degli italiani all’Estero. Il CGIE dovrà affrontare la questione delle incompatibilità. Piani Paese I Piani Paese costituiscono uno strumento inteso a fare uscire dalla emergenza perenne in ambito linguistico. Essi prevedono ed esigono il coinvolgimento reale di tutte le forze impegnate nel settore e dell’utenza. Dobbiamo registrare, qua e là, qualche renitenza da parte di Consolati ed Ambasciate a percorrere la strada della concertazione. D’altro canto i Piani Paese devono offrire una possibilità di programmazione a livello triennale e di verifica della validità dei progetti stessi. Riteniamo un’occasione preziosa quella della redazione dei Piani Paese, affinché possano essere gettate le basi per realizzare delle convenzioni tra lo Stato italiano e gli Enti Gestori, al fine di garantire delle certezze sulla entità dei contributi assegnati agli Enti, che dovranno per contro assicurare la massima trasparenza nell’amministrazione degli stessi. Ovviamente il significato vero dei Piani Paese è l’obbligo che lo Stato si assume di rispettare gli impegni; essi, una volta approvati, devono infatti diventare vincolanti".
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