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E' ripreso alla Commissione
Affari costituzionali della Camera il dibattito sulle modalità di voto degli italiani
all'estero
Voto: licenziati dalla I Commissione gli emendamenti Il voto per corrispondenza diverrà operativo solo nei Paesi d'accoglienza che forniranno adeguate garanzie di uguaglianza, libertà e riservatezza
Dopo una lunga pausa di riflessione, l'ultimo dibattito aveva avuto luogo lo scorso 2 agosto, è ripresa alla I Commissione della Camera la discussione sul disegno di legge che regolamenterà le modalità di voto dei cittadini italiani residenti all'estero. Nel corso della seduta precedente, conclusa la fase della discussione sulle linee generali del provvedimento, aveva avuto luogo un primo esame degli emendamenti. Il relatore ed il Governo avevano infatti comunicato i loro pareri sulle proposte di modifica all'articolo 1, ma all'illustrazione dei provvedimenti non aveva poi fatto seguito alcuna votazione. Al termine della riunione dalla Commissione era stato invece deliberato di richiedere al Governo una relazione tecnico-normativa e di fattibilità amministrativa sul testo in esame che tenesse conto anche delle proposte di modifica fino a quel momento presentate. Un importante lavoro di approfondimento, la relazione è stata trasmessa alla Commissione lo scorso 10 settembre, che ha fornito al relatore utili indicazioni per l'elaborazione di nuovi emendamenti. La seduta si è aperta, al dibattito ha preso parte il Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia, con l'intervento del relatore Antonio Soda (DS-U). Il rappresentante dell'Ulivo ha infatti illustrato alcune modifiche che verranno apportate al disegno di legge. Importanti emendamenti che legheranno il voto in loco dei nostri connazionali a specifiche garanzie democratiche. A seguito dell'approfondimento tecnico-amministrativo del Governo, si è infatti deciso che l'esercizio del voto per corrispondenza debba essere applicato solo a quei Paesi dove le rappresentanze diplomatiche abbiano concluso preventive intese, volte ad assicurarne l'esercizio in condizioni di uguaglianza, libertà e segretezza. In assenza di specifici accordi tra le due nazioni i cittadini italiani residenti all'estero potranno comunque esprimere il loro voto direttamente in Italia. Il relatore si è inoltre trovato concorde con il Presidente della Commissione Donato Bruno sulla necessità di accantonare momentaneamente gli emendamenti all'Art. 8 (serie perplessità sulla costituzionalità di questo articolo sono state avanzate dal verde Marco Boato e dal rappresentante di Forza Italia Egidio Sterpa) riguardanti le modalità di esercizio dell'elettorato passivo. Un nodo cruciale della riforma, per Soda la limitazione di questo diritto appare pienamente legittimata dalla precedenti modifiche dell'Art. 48 della Costituzione, sul quale è intervenuto anche il Ministro Tremaglia. Il protagonista di tante battaglie politiche, dopo aver sottolineato che la riforma del voto è stata varata per offrire ai nostri connazionali nel mondo l'opportunità di partecipare direttamente alle consultazioni elettorali, ha infatti ricordato che dal CGIE è stata chiaramente sottolineata la necessità di limitare le candidature della circoscrizione Estero ai cittadini italiani residenti al di fuori dei confini nazionali. Tra gli emendamenti approvati, in prevalenza disposizioni organizzative e prettamente tecniche, ricordiamo inoltre quelli inerenti alla fluttuazione del numero (da 2.000 a 5.000) degli elettori nel mondo necessari per la costituzione dei singoli seggi presso l'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero (in questo contesto inoltre gli scrutatori dei seggi passano da due a quattro) e alla definizione dei compiti delle rappresentanze diplomatiche nei confronti degli aventi diritto al voto. Gli elettori, oltre ad essere informati periodicamente dai Consolati sui contenuti della nuova legge, riceveranno infatti a casa sia un plico con un apposito modulo di aggiornamento dei dati anagrafici (la busta dovrà essere rispedita alla rappresentanza diplomatica entro 30 giorni dal ricevimento), sia, nel caso abbiano scelto di esercitare le proprie prerogative elettorali per corrispondenza, una lettera contenente il certificato e la scheda elettorale che, dopo l'espressione del voto (gli aventi diritto potranno sottoscrivere un massimo di due preferenze), sarà rispedita al Consolato di competenza dieci giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia. Tutti i plichi pervenuti agli uffici consolari, entro le ore 16 del giovedì antecedente alle elezioni, saranno poi inviati, tramite spedizione unica, alla Corte di Appello di Roma. Una trafila elettorale semplice ma al tempo stesso complessa che subirà sicuramente ulteriori semplificazioni. In attesa che il dibattito alla I Commissione riprenda, i lavori ricominceranno intorno al 9 ottobre dopo la pausa referendaria, gli emendamenti approvati sono stati infatti trasmessi alle Commissioni competenti (il provvedimento sarà dibattuto in Aula dal 17 ottobre al 2 novembre) per l'elaborazione e l'invio dei pareri richiesti.
AIE |