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Lettera aperta di Domenico Delli Carpini, membro del CdP del CGIE, a Silvio Berlusconi

Alla guida del Ministero degli Italiani nel Mondo, proposto l’On. Mirko Tremaglia

 

Il Consigliere del CGIE per gli Stati Uniti, Domenico Delli Carpini, ha scritto una lettera aperta indirizzandola al Presidente della Casa delle Libertà, Silvio Berlusconi, eletto il 13 maggio scorso nuovo Capo del Governo italiano. Nella lettera, firmata anche da altri Consiglieri CGIE e da Presidenti di Comites, (Vincenzo Centofanti, Giovanni Zuccarello, Domenico Mancini, Lucio Ruzzier e Paolo Ribaudo), Delli Carpini ricorda al futuro Presidente del Consiglio l’impegno assunto dalla Casa delle Libertà ad approvare nei primissimi mesi della nuova legislatura la Legge ordinaria per consentire l’esercizio in loco del diritto di voto degli italiani all’estero, ma soprattutto quello dell’istituzione del Ministero per gli Italiani nel Mondo, alla cui guida i rappresentanti dei Paesi anglofoni extraeuropei propongono l’On. Mirko Tremaglia, alfiere delle battaglie parlamentari per gli italiani all’estero e profondo conoscitore delle loro problematiche. Ecco il testo della lettera di Domenico Delli Carpini a Silvio Berlusconi:

"La chiara e netta vittoria della Casa delle Libertà alle elezioni politiche del 13 maggio scorso è stata accolta con entusiasmo non solo dagli italiani in Italia ma anche dalla stragrande maggioranza degli italiani all’estero e in modo speciale da quelli degli Stati Uniti che, ora, giustamente, sperano in una maggiore disponibilità del Governo nella realizzazione di quei programmi che la Sua coalizione si era precedentemente impegnata ad approvare e varare in tempi relativamente brevi.

Il primo ed indubbiamente quello più importante - scrive Delli Carpini - è il passaggio della Legge ordinaria per l’esercizio del diritto di voto in loco che ci permetterebbe la conseguente elezione di 12 deputati e 6 senatori in rappresentanza delle nostre collettività sparse in ogni angolo del mondo. Il secondo, ma non meno determinante ai fini delle nostre aspirazioni, è l’istituzione del Ministero per gli Italiani nel Mondo. Due obiettivi che noi, italiani all’estero, crediamo siano traguardi naturali per il raggiungimento della parità civile con i nostri connazionali in Italia. Se riteniamo naturalmente scontato il passaggio della Legge ordinaria (grazie alla volontà del Suo Governo), una legge importantissima che sancirebbe il meccanismo del voto ai sensi degli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione alla cui modifica l’On. Tremaglia ha dedicato la sua vita politica, consideriamo altrettanto di molto peso e grande interesse l’istituzione del Ministero per gli Italiani nel Mondo, un atto dovuto non solo a noi italiani all’estero ma a chi per noi e con noi, in una infinita e nobile battaglia di civiltà, si è battuto affinché i nostri diritti fossero propriamente riconosciuti.

L’importanza della posta in palio è altissima. L’istituzione del Ministero degli Italiani all’Estero potrebbe diventare espressione univoca della nostra emigrazione e strumento nuovo ed incisivo per coordinare tutte le attività collegate alle nostre giustificate e legittime aspirazioni. Per questi motivi la sua costituzione sarebbe un fatto politico altamente rilevante e qualificante per noi e banco di prova per la Casa delle Libertà che così creerebbe le sinergie ideali per impiantare un filo diretto tra le Istituzioni italiane all’estero (CGIE, Comites, Associazioni) e il Governo.

A volerlo sono tutti, caro Presidente. Sono gli italiani in Argentina e in Brasile, quelli in Germania e Svizzera, in Cile e Venezuela e quelli residenti nei Paesi anglofoni che hanno espresso la loro ferma volontà con l’approvazione di un Ordine del Giorno in tal senso nel corso della Conferenza continentale di Johannesburg, Ordine del Giorno sottoscritto all’unanimità da tutti i consiglieri del CGIE dell’area. Vox populi.

A questo punto, caro Presidente, è di fondamentale importanza individuare una persona a cui affidare un compito così delicato ed importante, una persona che abbia autorevolezza e che allo stesso tempo conosca profondamente tutte le nostre problematiche. Noi degli Stati Uniti crediamo giusto e doveroso suggerire che l’incarico venga affidato all’On. Mirko Tremaglia. L’On. Tremaglia ha una diretta conoscenza dei nostri problemi e nella sua lunga battaglia ‘di civiltà’ ha sempre anteposto i nostri interessi a quelli di parte. Confidiamo quindi - ha concluso Delli Carpini - che l’unanimità della scelta degli italiani in Italia possa in qualche modo riflettersi anche sulla Sua decisione nella scelta del nostro ‘ambasciatore’, nell’interesse del Paese e degli italiani nel mondo".

 

AIE