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SPECIALE CGIE - Intervento di Franco Narducci, Segretario Generale CGIE
"E' con grande piacere che porto il saluto del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero a questa prima riunione che apre formalmente il percorso di preparazione della Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE, un appuntamento impegnativo che abbiamo sollecitato molto nella convinzione che possa determinare una svolta nella politiche del Governo, del Parlamento, delle Regioni e delle Province autonome verso le comunità italiane all'estero, un obiettivo di primo piano che il legislatore ha voluto ancorare saldamente nella legge del CGIE affidando alla Conferenza il compito di indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche degli attori istituzionali verso i cittadini italiani che risiedono all'estero, e che nel contempo costituiranno l'indirizzo politico-amministrativo dell'attività del CGIE. Siamo stati convinti assertori, talvolta con troppa foga, della necessità di ripensare il ruolo delle nostre comunità italiane all'estero, partendo dalla sintesi strategica dei vecchi problemi certamente, ma anzitutto dalle prospettive sul medio e lungo periodo che caratterizzano il nuovo volto delle comunità italiane nel mondo, una realtà ed un potenziale impressionanti non solo per la dimensione numerica. Le sfide di una nuova politica Noi abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo assolto al compito con grande impegno, abbiamo messo le nostre energie, le nostre competenze la nostra esperienza acquisita sul campo al servizio di un grande progetto che rivendica con legittimità i diritti di cittadinanza. Lo abbiamo fatto anche di recente, esattamente un anno fa con la 1a Conferenza degli Italiani nel Mondo dove, soprattutto nelle preconferenze continentali, si erano materializzate ed avevano preso visibilità le connotazioni e il tratto della nuova italianità nel mondo. Probabilmente per la prima volta un assise così importante e carica di medaglie si era confrontata sul terreno della scienza, dell'economia, delle donne italiane in emigrazione, delle giovani generazioni, dell'informazione, della solidarietà italiana nel mondo, mettendo in campo uno spirito progettuale orientato a criteri di certezza e ad un ventaglio di valori profondamente sovvertiti dai processi di globalizzazione. Abbiamo ripetuto ovunque e in ogni sede il primato della valutazione strettamente politica sul ruolo delle comunità italiane all'estero rispetto alla vecchia pratica dell'intervento meramente assistenziale, avendo in mente una presenza di qualità dell'Italia sullo scenario internazionale e l'esigenza di capitalizzare la nostra rete di presenze, che non può essere abbandonata a se stessa ma deve essere continuamente ridefinita e organizzata. Abbiamo assolto al nostro compito mettendo in campo come sempre il senso profondo del rispetto delle istituzioni, delle procedure democratiche e il vantaggio che ci deriva dalla possibilità di confrontare culture e competenze internazionali. Ed anche perché rifiutiamo di essere confinati entro gli steccati delle "riserve indiane", con tutto il rispetto per questo popolo. Lo abbiamo fatto, come dicemmo a Roma in sede di 1a Conferenza, per osare il futuro. Eppure, nonostante la dimostrazione direi matematica dell'apporto economico conferito alla bilancia commerciale italiana, del valore aggiunto in termini culturali e sociali offerto al Paese dalle comunità italiane emigrate, stenta ancora una volta ad affermarsi una politica di valorizzazione e di sviluppo del patrimonio costituito dalla rete di presenze italiane all'estero. Lo confermano i provvedimenti contenuti nella Legge Finanziaria 2002 per quanto ci riguarda. Caro Ministro Tremaglia, noi La ringraziamo sinceramente per le proposte coraggiose e di ampio respiro fatte in sede di Legge Finanziaria, nonché per le battaglie che sta conducendo per affermare i diritti degli italiani all'estero. Su questo terreno ci ha avuto e ci avrà sempre al suo fianco. Ma dobbiamo sottoporLe, per il ruolo che riveste nell'ambito del Governo, le forti preoccupazioni che abbiamo registrato ovunque in queste ultime settimane, soprattutto sul versante dei COMITES. Questi organismi che rivestono un ruolo fondamentale per rappresentare le esigenze delle comunità e che costituiscono insieme all'associazionismo storico i nodi di congiunzione della rete italiana all'estero, hanno da mesi bloccato ogni genere di attività per mancanza di risorse. E la Legge Finanziaria non trasmette segnali incoraggianti nei loro confronti, anzi, considerando gli elementi di carattere generale peggiora la loro possibilità di fare e di incidere. Nutriamo inoltre preoccupazioni fondate per il futuro degli interventi scolastici in favore dei figli degli italiani all'estero. La destabilizzazione del quadro complessivo, che si è cristallizzata in quest'ultimo biennio, l'insufficienza delle risorse, la mancanza di certezze sui tempi d erogazione e la continua erosione dei posti di lavoro ricoperti dagli insegnanti di ruolo hanno creato delusione e soprattutto hanno indebolito lo spirito di partecipazione di tante persone e associazioni, cito ad esempio i comitati genitori, che da anni cooperano con la rete consolare e con le autorità scolastiche per intercettare la domanda, per promuovere e difendere la lingua e la cultura italiana e non da ultimo per far fronte alle dissonanze che si sono sviluppate per le incertezze determinate dal quadro legislativo e dalla mancanza di una visione chiara e armonica su ruolo e funzioni degli enti gestori. Vogliamo cogliere questa opportunità per riaffermare ancora una volta alla presenza dei rappresentanti del Governo nazionale e di quelli regionali, nonché delle forze politiche presenti in Parlamento, l'importanza della lingua italiana per la valorizzazione e le prospettive della fitta rete di comunità in tutte il mondo, che, come riporta il documento base per la preparazione di questa Conferenza, 'veicolano tradizioni, costumi, abitudini, e modi di vivere specificamente italiani attraverso i quali si confrontano e interagiscono con le culture degli altri paesi'. Le assicuriamo quindi tutto il nostro sostegno per portare al successo il progetto di recuperare 10 miliardi da destinare agli interventi di lingua e cultura italiana, visto che non ricadranno sull'esercizio 2002 i costi che si dovevano sostenere per allestire le votazioni di rinnovo dei COMITES. Ci sono inoltre altri aspetti riguardanti la finanziaria che ci lasciano l'amaro in bocca e riguardano la mancata considerazione del dramma che vivono tanti connazionali anziani. Di quanto si sta facendo sul fronte previdenziale per elevare la soglia esistenziale minima di una vasta fascia di popolazione italiana, non trarranno beneficio quei cittadini che vivono le stesse drammatiche situazioni ma hanno la sfortuna di non risiedere in Italia. Ci sono convenzioni internazionali da riesaminare e modificare e ci sono leggi che non rispondono più agli obiettivi che le hanno animate. Se la 1a Conferenza degli italiani nel mondo aveva analizzato questo fenomeno e prospettato le soluzioni, questa Conferenza dovrà farsi carico di portarne a compimento la realizzazione. La concertazione istituzionale Stato, Regioni e Province Autonome possiedono meccanismi di consultazione e concertazione collaudati e funzionali, dei quali la Conferenza Stato-Regioni è l'espressione più alta. La legge del CGIE emanata dal Parlamento della Repubblica nel 1998 ha inteso allargare i confini di questo contesto alla rappresentanza degli Italiani all'estero, istituendo una conferenza triennale di carattere permanente, che indicando le linee programmatiche determina l'indirizzo politico-amministrativo dell'attività del CGIE. Il processo di modernizzazione dell'ordinamento dello Stato italiano e l'accelerazione impressa al processo di devoluzione, con trasferimenti di competenze in una vasta gamma di materie, non hanno per ora, se non marginalmente, affrontato organicamente le questioni poste dall''altra Italia'. Eppure, quante volte abbiamo incontrato in ogni parte del mondo i rappresentanti dei governi regionali e delle Province, impegnati per naturale vocazione nella manutenzione della rete di associazioni regionali e a trasferirvi nuova progettualità, nuove mete da raggiungere, e a promuovere economia regionale. Questo continuo intreccio di competenze statali, regionali e provinciali, ampliate dalla interlocuzione istituzionale di CGIE e COMITES deve trovare a nostro parere una configurazione sistemica capace di produrre azioni comuni e sinergie significative oltre che tremendamente necessarie per la valorizzazione della presenza italiana all'estero. Un obiettivo di alto profilo, che nella sua estensione più impegnativa e dovrà anzitutto farsi carico del rapporto con le nuove generazioni d'italiani all'estero, un progetto urgente da affrontare con strumenti innovativi, prendendo a spunto le esperienze positive che alcune Regioni italiane hanno capitalizzato in questi ultimi anni. Senza tuttavia dimenticare i problemi irrisolti. Una Conferenza dunque che sull'asse della continuità-discontinuità con il passato deve delineare un modo nuovo di pensare e di gestire la politica per gli Italiani all'estero, sapendo che non basta prendere coscienza del presente poiché il futuro è già domani. In altre sedi e in altre occasioni sono stati indicati alcuni obiettivi strategici di fondo che dovrebbero trovare riconoscimento in sede di legge finanziaria dello stato da un canto e di redazione del piano di sviluppo delle singole regioni dall'altro, per recepire le esigenze degli Italiani all'estero. Nel lavoro di preparazione, il MAE, le Regioni, il CGIE hanno individuato la strada maestra nel Fondo Nazionale finalizzato al cofinanziamento di azioni comuni di Regioni e Stato per garantire i massimi benefici e la minore dispersione possibile di risorse economiche importantissime. L'azione concreta si svilupperebbe tramite un accordo di programma sui progetti e sulle aree d'intervento. La recente Conferenza organizzata dall'Ambasciata di Berlino insieme alle Regioni italiane ha confermato che queste idee si stanno affermando e riscuotono un consenso politico crescente. Siamo sulla buona strada? Crediamo che spetti alla Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE dare una prima ed inequivocabile risposta. Il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero ha già avviato in diverse nazioni l'opera di sensibilizzazione, d'informazione e di consultazione di tutte le rappresentanze delle comunità italiane. Siamo convinti infatti che per rendere performanti al massimo le nostre potenzialità e per attivare i processi di confronto democratico si debba operare in sede istituzionale e nella società civile per affrontare le questioni di più grande portata. Le dobbiamo affrontare 1) mettendo a frutto le esperienze maturate dalle consulte e dai consultori regionali; 2) definendo in ogni continente gli ambiti prioritari dell'intervento regionale nei settori strategici della presenza italiana; 3) procedendo all'armonizzazione delle leggi e degli interventi statali e regionali; 4)dando risposte alla domanda che proviene dalle nuove generazioni d'italiani che spesso significano borse di studio per giovani neolaureati o laureandi, network di sportelli informa-giovani, estensione anche all'estero delle opportunità "Sviluppo Giovani", inserimento nel sistema produttivo regionale e nazionale; 4)creando collegamenti efficaci con il sistema economico e produttivo italiano; 5) dando risposta alle sfide poste dalla nuova mobilità internazionale; 6) attivando le antenne costituite dalla nostra rete di presenza per sviluppare rapporti qualificati. Signori rappresentanti del Governo, del Parlamento e delle Regioni, cari colleghi del CGIE, le cose da fare sono tante e tutte importanti. Le dobbiamo fare bene, le dobbiamo fare insieme, a partire dai tavoli tematici che s'insedieranno oggi".
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