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Il dopo G8
Agganciare lAfrica allEuropa
Nel comunicato finale del G8 una speciale menzione è dedicata allAfrica. Per la riduzione della povertà in questo continente, è raccomandata una decisiva azione globale per mantenere uneconomia aperta e in crescita a livello planetario. Questo ritengono gli uomini di Stato riuniti a Genova dove per la prima volta, accanto a chi rappresentava Paesi più sviluppati, sedevano sei Capi di Governo dei Paesi più in difficoltà (Mali, Nigeria, Algeria, Sud Africa, Salvador e Bangladesh). Il problema, quindi, non è tra libero mercato e antiglobalizzazione, ma uno sviluppo più equo. Il Presidente sudafricano Mbeki ha rinnovato la richiesta ai Paesi più sviluppati di aprire i mercati alleconomia africana, abbassando, o meglio ancora eliminando, barriere e tariffe. Basti pensare che tutti i bovini europei ricevono, come sussidio pubblico, un dollaro al giorno: più di quanto hanno a disposizione per sopravvivere cento milioni di africani poveri. Eppure lAfrica può competere con lEuropa nellagricoltura, nellallevamento, nello sfruttamento delle risorse forestali. Nel Mediterraneo, i Paesi più concorrenziali in campo agricolo sono proprio quelli della sponda africana. Crescere insieme diventa un imperativo per unEuropa allargata verso i propri vicini del Mediterraneo, dove emergono enormi sproporzioni demografiche. Lallargamento del mercato europeo verso il Mediterraneo ha cominciato in qualche modo ad istituzionalizzarsi nellambito dellUnione europea. Ormai il rapporto Unione europea-Mediterraneo è, per così dire, ufficializzato. E, in effetti, se oltre alla geografia si guarda la storia, si vede che le due sponde de! Mediterraneo sono cresciute insieme, unite tra loro almeno fino alle soglie delletà moderna. Il Nord e Sud del Mediterraneo furono uniti al tempo dei Cartaginesi, poi di Roma, poi con i regni cristiani succeduti allimpero doccidente e, infine, con lIslam. Fino ad allora la civiltà e il mercato della sponda africana era lo stesso della sponda europea: ciò fino alla riconquista di Grenada alla fine del Quattrocento. Da allora è cominciata la divisione, oggi si cerca lunione. Non a caso i Paesi "poveri" dellAfrica sono stati rappresentati dai due ex bastioni dellAfrica bianca, che adesso non cè più: lAlgeria e il Sud Africa. Non a caso il Presidente Ciampi ha raccomandato che occorre "agganciare lAfrica allEuropa". Anche gli italiani allestero possono dare un contributo a questo processo storico di unificazione. Il Ministro per gli Italiani nel Mondo ha rivolto un appello ai Governi europei a discutere un piano trentennale di investimenti europei iniziando dal Nord Africa per dare lavoro a 20 milioni di africani in Africa. Anche il Consiglio Generale degli Italiani allEstero si muove con una prospettiva unitaria tra Africa e Europa, accogliendo le reiterate richieste del consigliere Santellocco. Cè da augurasi che si possa tenere a breve termine il Convegno internazionale, auspicato dal Ministro Tremaglia, sul lavoro e la cooperazione tra i Paesi dellUnione europea e quelli nordafricani.
Osvaldo Bonsignori - AIE |